Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Elicottero nel campo Causa per i danni al governo Polacco

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«Abbiamo visto l’elicottero in fiamme volare a velocità sempre più bassa fino a quando non è precipitat­o davanti alla stalla della nostra azienda agricola». Gianni Cervesato ricorda bene quel 22 giugno del 2017, quando un mezzo militare polacco, partito dalla base di Rivolto (Codroipo) per un’esercitazi­one, cadde a terra a causa di un danno struttural­e al motore. Fortunatam­ente nessuno rimase ferito, l’equipaggio, sei militari, uscì dall’abitacolo prima che l’elicottero s’incendiass­e. La carcassa del velivolo rimase un mese nel giardino della famiglia Cervesato, a Massanzago, poi i polacchi se lo portarono via sistemando alla bell’e meglio il terreno distrutto.

Ebbene da quel giorno non si è fatto più sentire nessuno per riparare i danni e ora l’avvocato Giorgio Destro che difende l’azienda agricola biologica Cervesato, chiede 120mila euro di danni al ministero della Difesa della Polonia, che ha citato a giudizio. Già, per che da quel giorno sono spariti tutti. Dal consolato a Roma nessuna informazio­ne, dall’ambasciata a Milano tanto meno. Pertanto, carte e perizie alla mano, il legale ha citato a giudizio civile la Polonia che in qualche modo dovrà risarcire i danni subiti dagli agricoltor­i.

«Le fiamme vennero contenute ma il fumo si riversò sui campi di mais che non abbiamo potuto concimare né raccoglier­e perché siamo un’azienda biologica, non sappiamo se dentro all’elicottero ci fossero armi e quindi non sappiamo cosa si sia riversato sui campi – spiega Cervesato – inoltre le 270 mucche si sono spaventate, non hanno prodotto latte per giorni, un bovino poi, spaventato dall’arrivo di altri elicotteri giunti quel giorno in soccorso di quello caduto, è caduto, si è spezzato le gambe ed è morto». La consulenza del perito Marina Lecis ha inoltre sottolinea­to che nemmeno la bonifica dell’area incendiata sarebbe stata fatta con tutti i sacri crismi. Bisognerà vedere chi, dalla Polonia, si presenterà in udienza il 7 febbraio prossimo, giorno dell’avvio del procedimen­to civile. Le scuse almeno sono arrivate? «Assolutame­nte no, nessuno ci ha detto una parola». (r.pol.)

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