Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Morta la pallavolista Sara Anzanello
La campionessa uccisa da un tumore a 38 anni. Subì anche un trapianto di fegato
La campionessa mondiale di volley Sara Anzanello è morta per un tumore. Aveva 38 anni e lascia sotto choc la pallavolo italiana. Aveva già subito un trapianto di fegato.
La ricorderemo tutti TREVISO alzare la Coppa del Mondo nel 2002, in Germania. Con il sorriso e la forza che ne hanno contraddistinto una carriera fin troppo sfortunata: il volley femminile piange un’amica e una persona straordinaria come Sara Anzanello, 38 anni, nata a Ponte di Piave, una delle centrali più forti della recente storia della pallavolo azzurra. Una campionessa vera, dentro e fuori il campo, in grado di portare l’italia a vincere i Mondiali. Gli ultimi, quelli appena conclusi in Giappone, li ha seguiti dall’ospedale Niguarda di Milano, dov’era stata ricoverata per un tumore al sistema linfatico (a lato la sua ultima lettera, ndr.). L’ennesima battaglia degli ultimi 7 anni, funestati da quella infezione contratta nel 2011 in Azerbaigian e che l’aveva costretta a un trapianto di fegato. Una sfida che Sara aveva vinto, riuscendo anche a tornare in campo con la maglia di Novara, prima di dedicarsi a una nuova avventura, sempre nel mondo del volley, da allenatrice nella Fipav di Venezia, per cui guidava la selezione provinciale: «Ricordo quella giornata – dice Michele De Conti, presidente del Comitato provinciale Fipav di Treviso –. Sara aveva deciso di allenare la selezione femminile di Venezia e alla fine vinse il trofeo. Dopo la premiazione le chiesi come si vedeva in quel ruolo, e mi disse che le piaceva molto».
Sembrava l’inizio di una nuova vita, dopo le gioie e le vittorie che l’avevano portata a vincere tanto in Italia e in Europa. Prima di quella maledetta stagione in Azerbaigian, quando all’azerrail Baku contrasse una forma violenta di epatite che la costrinse al trapianto di fegato: «Ero con lei in quella stagione – ricorda il coach trevigiano, Nicola Negro – e ho vissuto da vicino quel dramma. Era riuscita a vincere anche quella sfida, era tornata persino in campo. Og- gi, quando mi hanno comunicato la notizia non volevo crederci: penso che il volley italiano da oggi sia più povero, abbiamo perduto una grande giocatrice ma soprattutto una persona straordinaria».
La notizia della morte di Sara è arrivata nel pomeriggio, gettando nella tristezza le squadre e le compagne che la conoscevano: «Sara è stata una grande atleta, una ragazza cresciuta nel nostro territorio, ed un grande esempio per generazioni di ragazzine – dice il co-presidente dell’imoco, Pietro Maschio – ma è stata anche una donna sfortunata». Compagne e amiche preferiscono affidare ai social l’ultimo saluto e le lacrime: Sara verrà ricordata dal volley italiano con un minuto di silenzio nelle gare del weekend. A partire proprio da Imoco-pomì, che inaugurerà il campionato di serie A1 2018/2019.