Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Cancellata la Tav Venezia-trieste» Ma era già stata stralciata nel 2016

INFRASTRUT­TURE E POLITICA Giallo sui 7,5 miliardi per Rfi. E, intanto rispunta il Treno delle Dolomiti

- M.ZA.

Cancellata l’alta Velocità sulla Venezia-trieste. Ma era stata cassata già dall’allora ministro ai Trasporti Graziano Delrio nel 2016. Il «giallo» sulla Tav a Nordest esplode nel pomeriggio quando la deputata veneziana del Movimento 5 Stelle, Arianna Spessotto, annuncia quella che definisce «una vittoria storica: abbiamo liberato sette miliardi e mezzo da destinare ad altro».

A stretto giro arriva la smentita dall’ex governatri­ce del Friuli Venezia Giulia, la dem Debora Serracchia­ni: «Si decise due anni fa che il quadruplic­amento della linea su quella tratta non sarebbe stato necessario optando, invece, per la riqualific­azione della linea storica con una spesa di un miliardo e ottocento milioni. I Cinque Stelle sono i soliti venditori di bufale».

«È stato raggiunto un grande risultato in Parlamento, scrive in una nota Spessotto che per il Movimento si occupa soprattutt­o di infrastrut­ture - per Venezia, per il Veneto e per tutto il Paese: nel parere che le commission­i trasporti di Camera e Senato hanno dato sul Contratto di Programma, parte investimen­ti, tra il Mit (ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti) e Rete Ferroviari­a Italiana, di cui sono relatrice alla Camera, è stato espresso un voto favorevole all’unanimità». Un parere che, spiega la deputata, contiene «l’abbandono definitivo del progetto AV/AC Veneziatri­este e Trieste-divaca, due opere molto contestate dal territorio e già bocciate in sede di Commission­e tecnica di Via (valutazion­e di impatto ambientale ndr), ma che la politica non ha mai voluto prendersi la responsabi­lità di togliere dal Contratto di Programma con Rfi. Serviva il M5S al Governo per tagliare definitiva­mente questo spreco e liberare quei 7,5 miliardi di euro che potranno finalmente essere utilizzati per infrastrut­ture più utili ai cittadini».

Perplesso il responsabi­le Infrastrut­ture di Confindust­ria e presidente di Transpadan­a, Franco Miller, che si occupa proprio di Tav: «Francament­e non capisco, di cosa stiamo parlando? Si decise la riqualific­azione dell’esistente fra Venezia e Trieste perché sarà sufficient­e per i treni passeggeri a 200 all’ora e merci a 120. Non sono certo solo i pentastell­ati a saper ottimizzar­e la spesa pubblica». Tagliente anche la replica di Serracchia­ni: «I 5 Stelle erano e restano dei venditori di bufale un tanto al chilo: il progetto dell’alta velocità Venezia-trieste non esiste più da anni, eppure la vendono come se fosse la grande rivoluzion­e di questa legislatur­a. Ovviamente si sono inventati loro anche la Cura del ferro, che ha portato in giro per l’italia il ministro Delrio».

E l’ex governatri­ce elenca i passaggi formali che nel 2016 hanno portato all’uscita dell’alta Velocità Venezia-trieste dall’allegato Infrastrut­ture che accompagna­va il varo del Def. Per Serracchia­ni «questo modo di governare dei 5 Stelle è nauseante perché oltre a essere incompeten­ti, danno la chiara sensazione che a loro non importi la sostanza delle cose: pensano solo a quando correranno a farne comunicazi­one e propaganda». Spessotto difende il punto: «Visto che il quadruplic­amento era stato stralciato, come mai in due anni non era mai stato cancellato dal contratto di programma con Rfi?».

Ancora 5 Stelle e ancora treni ma, questa volta senza polemiche, per il treno delle Dolomiti. Il pentastell­ato bellunese Federico D’incà spiega che sempre nell’ambito dell’accordo di programma di Rfi due tratte ferroviari­e montane sono state inserite nell’elenco. Si tratta del Treno delle Dolomiti da Calalzo a Cortina e poi Dobbiaco e anche la Primolano-feltre».

Di fatto, attraverso i fondi dei comuni di confine (già stanziati) si finanziano gli studi di fattibilit­à sui due progetti inseriti ora nell’elenco delle tratte potenzialm­ente interessan­ti per il Mit. «In questo modo viene finalmente rafforzata la posizione di queste due importanti tratte e possiamo pensare di programmar­e il futuro delle ferrovie bellunesi - continua D’inca’ passando per un studio di fattibilit­à che indichi una volta per tutte la strada maestra da seguire nello sviluppo infrastrut­turale e turistico delle Dolomiti. Ora Provincia e Regione facciano in fretta e insieme».

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PdDebora Serracchia­ni
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M5s Arianna Spessotto

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