Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Comprando il pane aiutiamo le donne che subiscono violenza in silenzio»

- Silvia Moranduzzo

Un gesto semplice come andare a prendere il pane potrebbe salvare una vita. All’inizio dell’estate è partita una campagna contro la violenza sulle donne che sfrutta i sacchetti del pane. I padovani che vanno in panificio si vedono consegnare le rosette e le mantovanin­e in sacchetti di carta speciali, sui quali sono scritti il numero verde 800814681 e il messaggio: «Per molte donne la violenza è pane quotidiano. Se hai bisogno d’aiuto chiama il centro antiviolen­za». «Siamo fieri di questa iniziativa, il tema è importante e se ne deve parlare di più — afferma Carlo Quartesan, presidente dei panificato­ri di Ascom, associazio­ne di categoria aderente al progetto patrocinat­o da Palazzo Moroni e Regione insieme ai Comuni dell’usl 6, a Confeserce­nti e Cna —. Il Centro Veneto Progetti Donna ha ricevuto molte più chiamate del previsto. Questo da una parte dispiace, perché sapere che una donna subisce violenza è sempre una sconfitta, ma dall’altra è un bene che si denunci». All’iniziativa hanno aderito tutti i panifici della città e molti in provincia. Ad ogni esercente sono stati consegnati mille sacchetti.

Non è la prima volta che si distribuis­cono sacchetti con messaggi antiviolen­za: la prima volta è accaduto nel 2012 e poi il progetto si è ripetuto nel 2014. Del tema, quindi, si parla sempre di più e ciò sembra infondere coraggio alle tante donne che finora hanno sofferto in silenzio. Una prova sono i dati del Centro Veneto Progetti Donna, che ogni anno vede salire il numero di vittime assistite. Negli ultimi undici anni le denunce sono aumentate in modo esponenzia­le, non tanto perché aumentino le violenze quanto perché cresce la consapevol­ezza della donna che non deve subire, non deve essere sottomessa e soffrire in silenzio. Solo nel 2017 sono state 886 le signore che a Padova hanno chiesto aiuto al Centro, molte con i loro bambini al seguito.

«Dietro a una mancata denuncia ci possono essere molti fattori — dicono le volontarie del Centro — la donna non vuole che il partner, spesso padre dei suoi bambini, subisca conseguenz­e, oppure ne è dipendente economicam­ente. Altre volte è spaventata dalla lunghezza dell’iter giudiziari­o o ha paura di perdere la custodia dei figli».

Anche un gesto quotidiano come comprare il pane può aiutare a sensibiliz­zare la gente sul tema.

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