Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Scomparso ad Adria Cadavere a Ravenna, si fa l’esame del Dna
La Procura di Ravenna ha messo in relazione la scomparsa del 23 settembre scorso — non ancora denunciata — del 48enne adriese Ersilio Galimberti con la scoperta lo scorso 18 ottobre di un corpo di uomo, quasi decomposto, nella pineta ravennate vicino a Casal Borsetti, vicino il fiume Lamone. Il fratello del 48enne scomparso, Marco, è stato convocato dalla Procura di Ravenna per l’estrazione del Dna nella speranza di identificare tramite l’autopsia il cadavere dello sconosciuto, privo di documenti e cellulare. Una mossa dovuta al fatto che l’auto di Galimberti è stata ritrovata non distante dal punto in cui, otto giorni fa, è stato scoperto il corpo senza vita a Casal Borsetti.
Intanto ieri a Rovigo nel vivo il processo a un marocchino di 37 anni (avvocato Chiara Cavaliere) che abita in Alto Polesine ed è accusato di maltrattamenti e violenza sessuale dal 2012 al 2015 ai danni della moglie connazionale di
24 anni (costituita con l’avvocato Cecilia Tessarin). Il
37enne avrebbe stuprato e sodomizzato la giovane, talvolta più volte in un giorno e anche durante la gravidanza.
E, se la donna resisteva, l’imputato l’avrebbe picchiata. La vittima sarebbe anche stata costretta a vedere film porno e a indossare il burqa senza poter uscire di casa. Solo la fuga ha permesso alla marocchina di far emergere la vicenda. Le testimonianze di ieri in aula hanno però, in parte, smontato le contestazioni al 37enne marocchino.
Sempre ieri in Tribunale la convalida dell’arresto delle
Volanti dell’altro ieri dello slavo 44enne Bronzo Salkanovic per i furti in «Area 13» a
Borsea. L’uomo ieri ha patteggiato 30 mesi per rapina. Questo perché l’iniziale contestazione di furto è stata riqualificata dal giudice, visto che un agente s’è rotto il naso in una colluttazione con Salkanovic.
Per quanto riguarda il Tribunale amministrativo regionale di Venezia (Tar), invece, nei giorni scorsi è arrivata un’ordinanza che riguarda il contenzioso tra Usl 5 «Polesana» e l’associazione di volontariato «Croce Verde» di Adria. La questione ha origine a fine 2017 quando l’usl 5 affidò questo servizio da 6,8 milioni di euro per tre anni, che riguarda le visite mediche programmate e il trasporto tra ospedali di pazienti non in emergenza, tramite convenzione diretta all’associazione adriese. La scorsa primavera l’usl lo ha revocato per questioni legali. Ora il Tar ha respinto la domanda, della Croce Verde, di sospensione degli effetti sia della revoca dell’affidamento dello scorso aprile dell’usl 5, sia dell’ulteriore delibera dello scorso agosto dell’azienda sociosanitaria per ricorrere alla procedura ristretta per aggiudicare il servizio.
Processo Un 37enne accusato di stupro e di sodomizzare la giovane moglie