Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
INNOVARE: ALTRUISMO CHE CRESCE
Incontrare persone provenienti da ambiti diversi, impegnarsi con loro in dialoghi nuovi, efficaci, e anche scontrarsi: l’intersezione di idee artistiche, scientifiche, commerciali e politiche è il risultato del processo creativo chiamato «ideazione» e innescato dall’arte del conversare. È ciò che accade nel corso degli «Open Innovation Days», due giorni, ieri e oggi, che l’università di Padova dedica all’innovazione, riproponendo quell’arte fiorita nei secoli XVII e XVIII, con i dibattiti nei salotti parigini che influenzarono il trasferimento verbale faccia a faccia di conoscenze tacite, non codificate. I filosofi dell’illuminismo hanno esaltato l’arte della conversazione come cultura dell’immaginazione, dell’esplorazione, della sperimentazione e della creazione, in un equilibrio dinamico tra introspezione e apertura mentale, che tocca le corde più sensibili dell’inventiva umana proiettata su eventi futuri. Conversare è una danza che si fa ruotando intorno a un argomento con i propri interlocutori e mostrando di essere tanto versatili da cambiare insieme. Conversare è collaborare. La collaborazione elimina i rumori di fondo provocati dalle idee che si scontrano e così intercetta il segnale che indica la via alla soluzione del tema. L’umanista rinascimentale Erasmo da Rotterdam riteneva che il comprendere con la conversazione degli studenti tra loro e con i docenti fosse molto più importante del memorizzare.
L’innovazione è altruismo quando costruisce relazioni reciprocamente vantaggiose e a lungo termine che evidenziano la personalità degli attori coinvolti. Se io vinco, anche tu vinci, e viceversa. Il serpente velenoso della concorrenza (lui vince, tu perdi) cede il passo all’8 rovesciato, segno del gioco infinito del cooperare e competere insieme. L’innovazione altruistica è plasmata da persone e organizzazioni propense alla condivisione. Per i biologi dell’evoluzione, nelle comunità in cui l’altruismo è fortemente radicato nel tessuto sociale, i gruppi altruistici hanno nel tempo la meglio sugli egoistici. L’altruismo abbatte le barriere che separano discipline di studio, specializzazioni e imprese. La febbre da fusione, la convergenza tra i molti partecipanti alla innovazione, è segno di salute della comunità. Dell’innovazione altruistica il protagonista è l’homo Socialis la cui propensione alla socializzazione è valore decisivo per il bene comune della società. Gli «Innovation Days» sono palestra d’istruzione reciproca, dove si raffrontano le proprie idee con quelle degli altri ideatori; si colgono nessi tra idee diverse che insieme si sviluppano più di quanto ciascun ideatore possa fare isolato; si ampliano gli scambi intellettuali e così si allarga la conoscenza. È su questo percorso mentale che emerge e si afferma l’imprenditorialità altamente istruita e senza frontiere delle comunità aperte agli scambi culturali ancor prima che commerciali. Si tratta di: gemellaggi internazionali tra scienziati e imprenditori di successo; ricercatori e studenti che sfruttano la loro mobilità globale per creare alleanze imprenditoriali non ortodosse con colleghi di altri Paesi; investitori che forniscono capitale di rischio a progetti imprenditoriali concepiti a livello internazionale; laboratori sperimentali per creare nuove imprese; infrastrutture tecnologiche pionieristiche che ospitano in incubazione imprese appena avviate. È nel punto d’incontro tra i talenti in mobilità e nuova imprenditoria internazionale che i risultati della ricerca si traducono in beni e servizi commercialmente validi. È la rappresentazione che mette in scena il teatro degli «Open Innovation Days».