Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il nuovo Strukul Michelangelo e l’inquisizione
Il nuovo romanzo del padovano Strukul narra l’artista e l’uomo
«Guardò le mani, imbiancate dalla polvere di marmo, le dita forti che per tutto quel tempo avevano assecondato il furore dell’anima, cercando le figure nella pietra , esplorando la materia...». C’è tutta la potenza e il rigore di Michelangelo in questo incipit del nuovo romanzo dello scrittore padovano Matteo Strukul Inquisizione Michelangelo (Newton Compton, 380 pagine, 12 euro), in libreria da ieri. Dopo la saga best seller I Medici e il libro su Casanova, una nuova sfida con un romanzo storico, in cui Strukul narra un periodo particolare della vita di Michelangelo, i 5 anni in cui si trovò nel mirino dell’inquisizione, mentre stava completando la tomba di Giulio II, in una Roma divorata dal vizio e sfregiata dai Lanzichenecchi. Avventure e colpi di scena tra arte, sentimenti, cospirazioni, pur con l’attenta ricostruzione storica che caratterizza lo stile di Strukul.
L’hai definito il romanzo più difficile che hai scritto...
«Sì, Michelangelo fa paura. È sovrumano, è un artista unico, tra i più grandi. Confrontarmi con la sua storia mi ha creato ansia da prestazione, non ci ho dormito per diverse notti. Era uno capace di licenziare i suoi collaboratori perché avevano sbagliato la miscela di un colore e poi dipingersi tutta la Cappella Sistina da solo...il periodo narrato poi è molto complesso, da una parte la riforma Protestante, dall’altra la controriforma nascente».
Il linguaggio narrativo sembra avere la stessa potenza
del protagonista.
«Ho utilizzato un linguaggio e un transfert biblico. Ho riletto la Bibbia e rimarcato scene e sequenze con la tensione che porta in sé quel linguaggio». C’è qualcosa di te in Michelangelo?
«Ho cercato di non metterci nulla di me. Quando creo il protagonista di un mio romanzo mi faccio da parte». Nel libro ci sono figure femminili importanti, che lasciano il segno, da Malasorte a Vittoria Colonna. Rispetti sempre una sorta di gender equality narrativa.
«Non mi sforzo, mi viene naturale. Non riuscirei a concepire un romanzo senza grandi personaggi femminili. La mia scrittura ha bisogno di donne protagoniste».
C’è un artista contemporaneo che secondo te si avvicina a Michelangelo?
«A mio gusto personale è Francis Bacon, per la potenza grafica e pittorica. Lo trovo molto sofferto e tormentato, proprio come Michelangelo».
C’è una colonna sonora che ha accompagnato la scrittura di questo romanzo?
«Ci sono due musicisti in particolare, che ho ascoltato sempre mentre scrivevo, Wagner e Beethoven, soprattutto la Sinfonia 5 e 3, l’eroica. Mi accendono l’anima mentre scrivo».
Dumas e Hugo sono riferimenti che ricorrono quando si parla dei tuoi romanzi e sono anche due pilastri della tua formazione. Quali altri autori ti hanno influenzato? «Direi senz’altro I Promessi Sposi di Manzoni, Rinascimento Privato della Bellonci, Il nome della rosa di Eco e Il profumo di Patrick Süskind».
Com’è cambiata la tua vita adesso che sei lo scrittore italiano di romanzi storici che ha venduto più libri nel mondo?
«Se ci penso, mi fa quasi paura. Il vero cambiamento è che oggi sono a Padova, tra qualche giorno sarò a Bratislava, poi a Mosca dove sono stato scelto tra i quindici scrittori che rappresenteranno l’italia. Insomma, mi sto rendendo conto di avere la grande opportunità di portare la storia, la cultura, l’arte, la letteratura italiana nel mondo. L’anno prossimo sarò in Colombia dove sono in classifica davanti a Dan Brown...»
«Inquisizione Michelangelo» l’hai dedicato, come ogni altro libro, a tua moglie Silvia «perché ogni giorno insieme è come fosse il primo». Per te è fonte di ispirazione come scrittore?
«Due contro il mondo è sempre stato il nostro modo di vivere la vita. Lei è parte di me. E viceversa». © RIPRODUZIONE RISERVATA
È un personaggio unico, sovrumano, tra i più grandi Affrontare la sua storia non mi ha fatto dormire