Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Di Maio: «Tutti in Veneto anch’io a Natale sarò qui»
Il vicepremier promette nuovi fondi e agevolazioni fiscali «Troveremo tutti i soldi che servono. Risarcimenti più facili»
Appello del vicepremier Luigi Di Maio, ieri in visita nei luoghi del Bellunese colpiti dalla grande tempesta. «Aiutiamo queste terre a ripartire. A Natale tutti in vacanza in Veneto, dove verrò anch’io». Il leader grillino ha poi assicurato che arriveranno altri fondi oltre ai 15 già stanziati.
«Ci rivediamo qui tra qualche settimana, ho tutta l’intenzione di venire a passare le mie vacanze di Natale sotto la Marmolada. E farò in modo che altri seguano il mio esempio: venite nel Bellunese, per l’inizio della stagione sarà tutto sistemato, come prima e meglio di prima. Aiutiamo questa terra a ripartire». A dieci giorni dalla devastante ondata di maltempo che ha messo in ginocchio la provincia dolomitica, il vicepremier Luigi Di Maio sale in elicottero a Rocca Pietore, l’epicentro della devastazione, accompagnato dal ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro e il capo del Dipartimento di Protezione civile Angelo Borrelli. Ad attenderlo c’è il sindaco Andrea De Bernardin e basta lanciare un’occhiata tutt’intorno, alle decine di persone al lavoro nonostante sia ormai buio, ai mezzi dell’esercito sulle strade già sgombre, alle famiglie che osservano curiose sull’uscio
” Di Maio Voglio che siano valorizzate le aziende del territorio
delle case subito ripulite, per capire che qui, adesso, l’urgenza non è più l’emergenza ma la ricostruzione.
De Bernardin guida Di Maio e Fraccaro in quello che è ormai diventato il mini tour della tragedia e che in effetti, nonostante gli sforzi profusi dai volontari, resta l’esempio più significativo di ciò che è successo («Ma non ci paragoniamo a L’aquila o Amatrice, sia chiaro» avverte il sindaco). Ad ogni tappa, Di Maio fa una promessa perché, come spiega lui stesso, «sono qui per prendere degli impegni precisi con voi, mettendoci la faccia». E allora a Le Palue, dove si trova la famosa officina sommersa col comignolo che spunta tra i sassi, assicura: «Non vi dovete preoccupare, so che le risorse che abbiamo stanziato nel Consiglio dei Ministri di giovedì sono poche, ma stiamo discutendo la legge di bilancio e lì troveremo tutti i soldi che servono, oltre ai 200 milioni di cui ha già parlato il premier Conte. Attendiamo solo le stime dei danni. Questi primi 53 milioni servono per le somme urgenze, per aiutare la comunità a ripartire». Poi approda sul ponte che sovrasta i Serrai di Sottoguda, dove la furia del torrente Pettorina ha strappato via l’acquedotto («Ma qui è così da sempre, giusto?» domanda il pentastellato scrutando il canyon, «domanda intelligente…» risponde De Bernardin, «grazie!» risponde divertito il vicepremier) e l’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin sottolinea la necessità di costruire le nuove tubature entro 40 giorni, prima che arrivino la neve e il freddo, «superando le difficoltà che si incontrano nella selva di autorizzazioni ambientali e paesaggistiche». Di Maio: «Adotteremo tutte le semplificazioni del caso, non c’è problema, se serve una norma basta dirlo, in parlamento stiamo discutendo molti provvedimenti ed eventuali aggiustamenti possono essere inseriti lì». E Borrelli aggiunge: «Posso emanare una nuova ordinanza di Protezione civile, con tutti i correttivi del caso». Quindi sale a Malga Ciapela, dove si intravedono gli impianti di risalita acciaccati (ma la famiglia Vascellari, che gestisce la funivia della Marmolada, assicura che tutto sarà presto sistemato): «Come ministro dello Sviluppo economico la mia priorità sarà aiutare le imprese a ripartire, procedendo con la sospensione di tutti i pagamenti e gli adempimenti fiscali».
Un concetto, questo, poi ribadito anche nella sede del Soccorso alpino, dove il vicepremier incontra brevemente gli albergatori della zona guidati da Sergio Prà: «Noi non ci piangiamo addosso, ci rimbocchiamo le maniche – dice Prà – ma abbiamo bisogno dell’aiuto del Governo: chiediamo lo stop alle rate dei mutui e agli adempimenti fiscali perché
Il finanziamento statale è a dir poco irrisorio, fa rabbia. Anche perchè alle perdite si aggiungono mancati introiti: io ho park, stadio e bar chiusi
Siro De Biasio, sindaco di Alleghe
Con cinque province colpite, sono tre a testa: esattamente il bilancio del mio Comune, già insufficiente, e qui ci sono 4.100 abitanti
Sisto Da Roit, sindaco di Agordo
tutte le nostre risorse sono impegnate nella ricostruzione. E pensate a come collegare i nostri impianti a quelli del Trentino». Tra gli imprenditori si fa avanti l’idea di un superammortamento per gli investimenti sostenuti per rimettere in sesto le strutture, Di Maio rilancia: «Ho intenzione di modificare la modalità di risarcimento, non più con credito di imposta, bensì con liquidazione immediata del danno a fronte della presentazione di una perizia». Anche sugli alberi abbattuti il segnale agli imprenditori locali è chiaro: «Ci sarà la pulizia e la contestuale piantumazione di nuovi fusti, voglio che siano valorizzate le aziende del territorio».
Prima di saltare sul pulmino della Protezione civile e ripartire per Roma (il volo in Trentino è annullato per nebbia) Di Maio ascolta gli ultimi appelli. Il deputato M5S Federico D’incà chiede pressioni su Terna per l’interramento dei cavi e che sia garantito un ponte radio utile a tenere i collegamenti con i piccoli Comuni montani in caso di nuovi disastri. Gli albergatori di Alleghe, invece, pretendono spiegazioni da Enel sulla mancata apertura delle paratie del lago nonostante l’allerta anticipata diramata dalla Regione. Un ritardo che ha mandato sott’acqua gli Hotel Irene, Savoia, Europa, i più vicini alle rive. «Certe decisioni non si possono prendere a Scorzè…» sbottano. Di Maio prende nota di tutto, come Salvini e Toninelli prima di lui. E oggi arriva la presidente del Senato Elisabetta Casellati.