Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Via Anelli esproprio per 24 alloggi

Sono dei proprietar­i «silenti». Palazzo Moroni spinge sul piano questura-prandina

- D’attino

Il Comune rompe gli indugi e passa alle maniere forti per il piano di riconversi­one: saranno espropriat­i i 24 alloggi di via Anelli per i quali i proprietar­i non danno risposta alla proposta di acquisto.

Cambio di passo. Palazzo Moroni adotta le maniere forti. E fa scattare la procedura di esproprio nei confronti di quei proprietar­i privati di via Anelli, in totale 24, che non hanno ancora accettato di cedere i loro alloggi al Comune. A darne notizia, pur con tono tutt’altro che minaccioso, è l’assessore cittadino al Patrimonio, Andrea Micalizzi. «Negli ultimi quattro mesi e mezzo – riepiloga l’esponente del Pd – siamo riusciti a fare un ottimo lavoro. Dei 145 appartamen­ti da comprare, infatti, ne abbiamo già acquistati 91, ai quali va poi aggiunta l’ex moschea al piano terra di quello che era stato ribattezza­to il Bronx della Stanga. All’appello, quindi, ne mancano 54. E con i proprietar­i dei primi 30 abbiamo di recente raggiunto un accordo di massima, che ci porterà a risolvere la pratica entro la fine di quest’anno. Con i restanti 24, invece, la situazione è un po’ più complessa».

Nello specifico, si tratta di persone che, di fronte alle numerose lettere di sollecito da parte di Palazzo Moroni, non si sono mai fatte vive. Tanto che il Comune, davanti a tale silenzio, ha appunto deciso di procedere con l’esproprio: «Abbiamo già comunicato la cosa ai diretti interessat­i – fa sapere l’assessore Micalizzi – E tra un mese, dopo aver dato loro il tempo di risponderc­i in qualche modo, passeremo dalle parole ai fatti».

Come noto, in base al protocollo d’intesa siglato a giugno scorso tra il sindaco Sergio Giordani, il capo della polizia Franco Gabrielli e il direttore regionale dell’agenzia del Demanio, Dario Di Girolamo, Palazzo Moroni deve raggiunger­e la piena proprietà di via Anelli nonché abbattere le sei palazzine del residence Serenissim­a e bonificare tutta la zona. Dopodiché, al massimo entro la fine del 2019, scatterà la permuta con lo Stato: nell’ex Bronx della Stanga verrà costruita la nuova questura, mentre l’ex caserma Prandina tra via Orsini e corso Milano passerà nelle mani del Comune per diventare un grande parcheggio al servizio del centro storico oppure un polmone verde in pieno centro. «I 91 alloggi che abbiamo già comprato – ricorda ancora l’assessore Micalizzi – ci sono costati 30 mila euro l’uno, cioè il prezzo fissato dal Demanio. Per l’ex moschea, invece, ne abbiamo spesi 150 mila. E per gli espropri ne sborseremo sempre 30 mila per appartamen­to». In quest’operazione, tra acquisto delle case, demolizion­e delle palazzine e pulizia dell’area, Palazzo Moroni ha investito una cifra che sfiora gli 8 milioni di euro. «Se non ci saranno intoppi – azzarda l’esponente del Pd delegato al Patrimonio – l’abbattimen­to del complesso Serenissim­a potrebbe avvenire tra la primavera e l’estate del prossimo anno». Prima però, insieme con quello relativo ai 24 privati irreperibi­li, va risolto anche il nodo riguardant­e i 37 alloggi che sono ancora di proprietà dell’ater: «Stiamo valutando assieme la soluzione migliore per tutti», taglia corto l’assessore Micalizzi. Ma il problema, par di capire, è sempre lo stesso. Ovvero che, nel bilancio dell’azienda regionale presieduta dal leghista Gianluca Zaramella, i 37 appartamen­ti in questione sono iscritti per un valore di 3 milioni di euro. Mentre il prezzo massimo che può stanziare il Comune ammonta a meno della metà. Cioè un milione e 110mila euro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy