Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Popolare Vicenza, Sga restituirà 3,3 miliardi di euro
Previsioni di recupero al 35%. Ai liquidatori 17 mila richieste di creditori
Bpvi, Sga con la gestione dei crediti deteriorati punta a restituire entro il 2030 3,3 miliardi di euro ai commissari liquidatori. È quanto emerge dal piano industriale inviato ai periti che hanno valutato l’insolvenza.
Popolare di Vicenza, con la gestione dei 4,9 miliardi di crediti deteriorati netti Sga punta a restituire ai commissari liquidatori 3,3 miliardi. Ci sono anche i dati fondamentali di Sga, relativi alle attese di recupero sul fronte di Vicenza, contenuti nel piano industriale 2019-’23 approvato il 17 ottobre dal consiglio di amministrazione della società del ministero del Tesoro a cui è affidata la gestione dei 18 miliardi di crediti deteriorati delle due ex banche venete, tra i documenti messi a disposizione del perito del Tribunale civile di Vicenza, Bruno Inzitari. Serviti anch’essi per la consulenza tecnica d’ufficio che aiuterà i giudici del tribunale civile a stabilire se Bpvi fosse insolvente al momento della liquidazione, avvenuta il 25 giugno 2017, nel procedimento aperto su istanza dei Pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi che hanno condotto l’inchiesta penale sul crac Bpvi. Sì, è la conclusione a cui intanto arriva Inzitari, secondo cui Bpvi era insolvente per 3,7 miliardi.
Ma per arrivare alla conclusione principale, Inzitari e i consulenti di parte (Giovanni Petrella e Andrea Resti per la Procura di Vicenza, Marco Onado per l’ultimo cda guidato da Gianni Mion e Paolo Gualtieri per lo storico presidente Gianni Zonin, principale imputato del processo sul crac che si aprirà sabato prossimo) passano al setaccio una montagna di documenti, ricchi di dati nuovi sullo stato della liquidazione di Bpvi.
Da cui si desume ad esempio, sulla base di quanto comunicato dai commissari liquidatori, che le domande di ammissione al passivo - l’unica strada rimasta anche per i soci, prima del fondo di risarcimento statale, per tentare di recuperare i soldi persi con l’azzeramento delle azioni Bpvi, inserendosi tra i creditori della liquidazione - sono 17 mila (tutte per altro ancora in attesa di avere la risposta se sono state ammesse o no) e che, alla scorsa estate, ne erano state classificate 4.900, che avanzavano richieste per 783 milioni di euro.
E ancora che degli asset finanziari in capo alla gestione liquidatoria, quantificati al momento della liquidazione in 949 milioni di euro, i commissari hanno compiuto vendite con realizzi per 190 milioni, il 20% del totale.
Ma la parte rilevante riguarda gli scenari operativi sui recuperi forniti da Sga. Il punto di partenza sono i 4,947 miliardi di crediti tra sofferenze e deteriorati complessivi rimasti nella liquidazione il 25 giugno, valore netto pari in media al 52% dei 9,4 miliardi di euro nominali, trasferiti in gestione a Sga il 10 aprile.
Nel piano industriale di Sga viene elaborato uno scenariobase di recupero e due varianti, una peggiore e una migliore. In quella base, Sga prevede di incassare fino al 2030 4,6 miliardi (3,8 dei quali entro i primi cinque anni); di questi, 2,2 miliardi si prevede di recuperarli dalle posizioni di aziende non più attive e 2,4 da quelle in temporanea difficoltà ma attive e che si ritiene di poter salvare, anche con la concessione di nuovi prestiti. Il valore complessivo della nuova finanza che Sga ritiene di poter iniettare per far tornare in bonis le aziende salvabili è di 689 milioni, tutti nei primi cinque anni e 600 nel primo triennio. Vanno detratti dagli incassi, al pari dei costi complessivi per 521 milioni (381 dei quali costi operativi), vicino al 14% dei flussi di cassa totali al netto della nuova finanza e degli accantonamenti. Il risultato finale prevede che Sga versi ai commissari liquidatori 3,3 miliardi complessivi fino al 2030 (di cui 2,7 entro il 2023), equivalenti ad un recupero netto del 35% sui 9,4 miliardi lordi di partenza.
Dati che nello scenario migliore salgono a 3,7 miliardi nel dato cumulato al 2030 (di cui 3 miliardi versati alla liquidazione nei primi cinque anni), con un percentuale di recupero del 39%. Ai 5,2 miliardi di incassi (4,4 nei primi cinque anni) vanno sottratti 821 milioni di nuovi finanziamenti e 552 milioni di costi diretti, 414 dei quali classificati come costi operativi.