Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ingaggiata da corriere della droga a 67 anni bloccata in auto con hashish a chili e coca
Fermata nei pressi dell’autostrada. Con lei due giovanissimi, uno è minore
A quasi 70 anni è stata scoperta con più di cinque chili di droga da smerciare sulla piazza padovana. L’anziana era stata ingaggiata come corriere, cioé per guidare e dare meno nell’occhio, da un 19enne padovano e da un amico 17enne, entrambi incensurati e nullafacenti, che spacciavano agli amici per pagarsi la bella vita e le serate. La squadra mobile di Padova ha ammanettato lunedì sera verso le 21 Maria Cristina Olivieri, 67enne argentina di nascita ma da tempo trasferitasi in città e con un passato da lucciola, che era al volante di una Fiat Panda gialla con inserti pubblicitari ai lati quando è giunta in prossimità del casello autostradale di Padova Ovest. Notata l’andatura incerta dell’autovettura, gli agenti hanno proceduto a un controllo mirato. L’anziana è apparsa subito titubante, nervosa e più volte ha guardato in maniera preoccupata i giovani passeggeri, conscia di essersi cacciata in un bel guaio. Nell’automobile erano seduti anche Riccardo Padovano, diciannovenne residente in città e un altro ragazzo di due anni più giovane. Ai poliziotti è bastato perquisire il veicolo per notare sul tappetino dietro il lato guidatore uno zaino: all’interno erano stipati dieci panetti avvolti nella carta da pacchi marrone che nascondeva 5 chili di hashish. In una tasca del giubbotto indossato dal minorenne erano occultati altri 300 grammi di cocaina avvolti dal cellophane.
La droga ha un valore stimato di circa 90 mila euro. Nel portafoglio del diciassettenne c’erano anche 1.700 euro, mentre in quello della donna 365 euro, soldi ritenuti proventi delle attività illecite e sequestrati. Tutti e tre incensurati, sono stati arrestati per spaccio: il 19enne è al Due Palazzi, la donna a Verona, il 17enne a Treviso. L’anziana, anche lei senza un lavoro, avrebbe accettato di fare il corriere della droga previo il pagamento di una somma di denaro che è in via di quantificazione. La squadra mobile sta effettuando ulteriori indagini anche per capire da dove provenissero l’hashish e la cocaina.
È stato rinviato a giudizio con l’accusa di riciclaggio Mario Zecchinato, uomo di Floriano Pomaro, boss della cricca della logistica che sfruttava il lavoro degli operai al servizio come facchini all’interporto. Zecchinato è accusato di aver prelevato in molte occasioni con il bancomat il 30% dello stipendio dato in busta paga agli stranieri. Pomaro insieme a un altro complice, Graziano Bellotto, hanno già patteggiato la pena la scorsa estate. Il sistema portato alla luce dal sindacato Adl ha svelato ricatti e minacce.
Nel 2013, a cavallo tra le migrazioni della Primavera araba e quella dell’emergenza Africa, tre tunisini avevano studiato il modo per far arrivare profughi siriani con l’aereo, dotandoli di documenti rubati e contraffatti. Per il «traffico» di esseri umani, uno tra i primi scoperti in arrivo dal Medioriente, sono imputati tre tunisini (un quarto è uscito di scena nel corso delle udienze preliminari). L’accusa è di aver fatto arrivare in Italia una famiglia di siriani giunti con un volo fino a Malpensa, quindi a Verona e poi a Padova.