Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bambina disabile, arrivati i 3,3 milioni: «Accettiamo, ma vogliamo tutti i soldi»
Dall’usl la prima tranche del risarcimento. Scontro sugli altri 1,8
Ieri è arrivata la prima ROVIGO tranche da 3,34 milioni di euro da parte delle assicurazioni Amtrust Europe Limited e Lloyd’s sul conto corrente dell’usl 5, condannata lo scorso settembre dal tribunale civile di Rovigo a un risarcimento di 5,1 milioni in favore della bambina nata cieca e tetraplegica all’ospedale di Rovigo il 3 dicembre 2008. Attraverso l’avvocato Mario Cicchetti la famiglia ha fatto sapere di «accettare il pagamento esclusivamente a titolo di acconto sul maggiore avere» che dai conti correnti dell’usl 5 nei prossimi giorni sarà girato ai genitori della bambina.
La tranche, inferiore di circa 1,8 milioni di euro rispetto a quanto deciso dal giudice Congiu, è frutto di «calcoli tecnici» presi dalle due compagnie assicurative. Ed è questo che Cicchetti dichiara di non accettare: «La sentenza – afferma il legale - va rispettata in ogni sua parte. Concedere all’usl 5, che nulla ha tirato fuori di tasca sua, ed alle due assicurazioni di ricalcolare l’importo del danno subito dalla minore, rischia di creare un pericoloso precedente che io non sono disposto a consentire».
Cicchetti aggiunge: «Sono certo che il ricalcolo effettuato dai due gruppi assicurativi venga da loro inteso come definitivo, ignorando definitivamente quanto deciso dal giudice che ha oltretutto carattere di immediata esecutività». Se questi sospetti dovessero dimostrarsi fondati, Cicchetti è pronto «a mettere in atto tutti gli strumenti a sua disposizione al fine di ottenere la cifra indicata in sentenza dal giudice. Potrebbe volerci molto tempo – conclude il legale – ma noi non ci fermiamo». Il clima di scarsa fiducia, oltre all’interminabile contenzioso, è alimentato anche da un altro fatto. Usl 5 ha presentato l’appello contro la sentenza civile del 19 settembre, e ha chiesto anche una parziale sospensiva del pagamento del risarcimento.
A riaccendere l’attenzione nazionale sulla vicenda sono stati, alcuni giorni fa, alcuni eventi. Un servizio di 28 minuti sul mancato pagamento del risarcimento deciso dalla sentenza di settembre, andato in onda martedì sera, a «Le Iene» su Italia 1. Un’interrogazione a risposta orale al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S) ed a quello della Famiglia Lorenzo Fontana (Lega) del deputato vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin, ed una in Regione del consigliere Maurizio Conte (Veneto per l’autonomia – Alleanza per il Veneto).
Per la famiglia della bambina la decisione di ritardare il parto cesareo quel dicembre del 2008 provocò gravissimi danni cerebrali alla nascitura, che rimase quattro ore in asfissia totale. Nel corso della causa civile sono state acquisite quattro perizie. Una disposta dal giudice civile Congiu, una seconda della Procura rodigina eseguita durante le indagini penali a seguito del parto, la terza del consulente dell’usl 5 per le assicurazioni ed una quarta disposta dal giudice d’appello di Venezia.
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La sentenza dev’essere rispettata, il giudice ha stabilito in 5,1 milioni la somma
Faremo di tutto per avere quei soldi, sennò si crea un rischioso precedente