Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tre anni e 11 mila euro per smaltire 20 tonnellate di patate fritte avariate
Il carico fu sequestrato su un Tir bulgaro. A spese del Comune
Sono serviti più di tre ROVIGO anni per capire come smaltire quasi 20 tonnellate di patatine fritte, sequestrate con il rimorchio di un camion frigorifero nell’agosto 2015 e, da allora, abbandonate nel deposito di una carrozzeria.
La soluzione è stata formalizzata ieri con la pubblicazione nell’albo pretorio del Comune di Rovigo della determina che affida a Polaris (consociata di Ecoambiente e specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali) l’operazione, con una spesa di 11.480 euro. Somma che il Comune cercherà di recuperare rivalendosi sulla ditta bulgara, proprietaria del mezzo sequestrato dalla Polstrada il 30 agosto 2015 dopo un controllo a Boara Pisani, vicino al casello di Rovigo Nord, da cui erano emerse varie violazioni al Codice della Strada. Le immediate analisi sui 19.245 chilogrammi di patatine surgelate di carico da parte dei tecnici dell’usl 18, ne avevano decretato la non idoneità al consumo umano. Il giorno successivo è coinvolto il Comune, per avviare l’iter di smaltimento, ma la partita è meno semplice del previsto. Il quantitativo enorme, la necessità di separare gli imballaggi dalla frazione organica, peraltro soggetta a un veloce deterioramento, non rendono facile la soluzione. Parte così una fitta interlocuzione di mesi che coinvolge pure Provincia, Regione, Arpav, senza contare che la ditta bulgara ha lasciato rimorchio e carico al proprio destino, nonostante i solleciti dell’avvocatura civica. Tra luglio 2016 e aprile 2018 si susseguono i sopralluoghi, mentre l’ auto carrozzeria riceve il rimorchio come indennizzo per le spese di deposito (oltre 40 mila euro), ma senza poterne disporre per la presenza del carico, sempre più deteriorato. Ora, però, il rebus dovrebbe essere risolto.