Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Per le aziende un piano ad hoc, tanti piccoli cantieri»
L’INTERVISTA RICCARDO FRACCARO Il ministro veneto a Cinque stelle: «I fatti ci daranno ragione»
«Noi siamo dalla parte del mondo produttivo del Paese, per questo abbiamo previsto il più grande piano di investimenti degli ultimi anni». A parlare è Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il parlamento del M5s che spiega: «La nostra è una manovra espansiva».
dustria. Da imprenditore, da sindaco di una civica orientata sì verso il centro destra ma formalmente libera da logiche di partito, lo straripante Brugnaro non cerca la sfumatura.
E, sarà proprio l’«effetto civica», ma anche Francesco Rucco, fresco sindaco di Vicenza non tergiversa: «Le manifestazioni di piazza delle imprese? Non mi hanno ancora invitato ma ci andrei. Sempre e assolutamente a fianco dei nostri imprenditori. Anzi, potremmo andarci come fronte dei 7 sindaci veneti già uniti, nei mesi scorsi, sul bando periferie». La posizione di Rucco è cristallina: «Le infrastrutture che devono essere fatte senza se e senza ma. - spiega Rucco - Sono convinto che la parte leghista del governo stia portando avanti le richieste del Veneto. E sulla manovra, preferirei politiche per lo sviluppo del lavoro più che misure assistenzialiste. Il reddito di cittadinanza non appartiene alla nostra cultura».
Sfodera ottimismo un altro neo sindaco, Mario Conte. Il primo cittadino della storica roccaforte trevigiana della Lega fa un appello: «Si arriva a manifestare in piazza quando c’è malcontento, lo capisco, ma credo sia giusto dare fiducia a questo governo. In Lega siamo convinti che le infrastrutture servano. Se alzare un po’ i toni serve a convincere il M5s ben venga». Cammina sul filo della diplomazia l’altro sindaco leghista, quello di Rovigo. Massimo Bergamin: «Non c’è una bacchetta magica. A Roma i nostri stanno lavorando e la manovra è ancora in via di definizione. I sindaci sono i portatori sani delle istanze del territorio al governo centrale». «Sindaci mediatori» che vogliono farsi sentire. Rucco, da presidente anche della Provincia, ha incontrato ieri i sindaci berici a sostegno della Tav: il tavolo di pressione su Roma diventerà permanente. Entro l’anno tocca ai parlamentari vicentini. Anche perché lo slittamento dell’analisi costi benefici alle europee, ventilato ieri dal ministro Toninelli, non tranquillizza affatto.
(ha collaborato Gian Maria Collicelli)
Ministro Riccardo Fraccaro, lunedì sono scesi in piazza 3.000 imprenditori chiedendo al governo di mettere più soldi nelle infrastrutture e nella crescita, compresi i leader di confindustria della nostra regione. Il 13 dicembre scenderanno in piazza gli artigiani: i governatori Zaia e Fugatti hanno detto di essere dalla loro parte. Secondo lei hanno ragione?
«Noi siamo dalla parte del mondo produttivo del Paese, per questo abbiamo previsto il più grande piano di investimenti degli ultimi anni. La nostra è una manovra espansiva che inverte la rotta degli ultimi anni e per la prima volta punta sulla crescita. Per questo non ci siamo concentrati solo sulle misure di spesa corrente ma anche e soprattutto su quella per investimenti in settori ad alto moltiplicatore. Per imprese e artigiani abbiamo un piano ad hoc che prevede taglio delle tasse e semplificazione. I fatti ci daranno ragione».
Il governo deve secondo lei modificare la manovra e mettere più soldi in questi due ambiti?
«Abbiamo stanziato quasi 15 miliardi in più nel triennio per la manutenzione e per le nuove opere, consapevoli del fatto che le infrastrutture sono un volano per la crescita del Paese. Con Cassa Depositi e Prestiti abbiamo messo a disposizione 200 miliardi in 3 anni di investimenti pubblici di cui 25 con un ruolo proattivo nella promozione, realizzazione e finanziamento delle infrastrutture. Oltre alle risorse, interveniamo anche sul piano dell’azione di modifica del codice appalti e semplificazione delle norme per sbloccare i cantieri. Per tornare a crescere servono subito massicci investimenti pubblici, vogliamo aprire cantieri in tutto il Paese per realizzare tante piccole opere diffuse sui territori».
Nodo infrastrutture: per i nostri imprenditori cruciali sono Tunnel del Brennero, di cui è stato abbattuto ieri l’ultimo varco a sud, e Valdastico: si faranno queste due opere? Si parla di verifiche dei rapporti costi benefici, ma ha senso farle su opere, come nel caso del tunnel, già in fase di realizzazione?
«Nel caso del Tunnel del Brennero un’analisi costi-benefici esiste già ed è anche stata sottoposta a valutazione indipendente da parte del Politecnico di Milano. Il risultato è oggettivamente sfavorevole alla realizzazione del progetto, vedremo se si confermerà tale anche allo stato attuale dei lavori. La priorità dovrebbe essere quella di potenziare la rete ferroviaria esistente e investire le risorse per finanziare il trasporto pubblico locale, sono le piccole e utili opere che migliorano la qualità della vita dei cittadini. Nel caso della Valdastico non c’è un progetto esecutivo concreto da valutare, nel frattempo tutti gli sforzi devono essere dirottati sulla messa in sicurezza della SS47 e sul potenziamento dei mezzi pubblici, soprattutto la ferrovia. Questa è la priorità».
Sempre sul fronte delle infrastrutture rimane aperta ancora la questione dell’a22: secondo lei si arriverà a dare la concessione all’autostrada? Si diceva che per evitare la procedura di infrazione si sarebbe potuto individuare un presidente del comitato di sorveglianza gradito anche ai territori: può essere una soluzione?
«Il modello dell’a22 che abbiamo voluto costruire, frutto del dialogo con gli enti territoriali, può essere un esempio per il resto del Paese. Certamente ci sarà la massima concertazione istituzionale anche rispetto alla scelta dei nomi per il Comitato paritetico nel rispetto della normativa vigente. Con questo modello vogliamo soprattutto garantire che trasparenza, prevenzione della corruzione e tutela dei cittadini siano punti prioritari per promuovere finalmente una politica dei trasporti responsabile e sostenibile».
A Bologna sono stati bloccatio il passante e la cispadana: possono proseguire queste opere secondo lei?
«Sul passante di Bologna la soluzione del Ministero delle Infrastrutture arriverà nel giro di pochissimo tempo, mentre sulla Cispadana non entro nel merito perché la responsabilità è tutta regionale e quindi tocca alla Regione individuare la soluzione».
Autostrade
Sui modelli di governance delle concessionarie autostradali come l’a22 vogliamo soprattutto garantire la trasparenza