Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La prima volta del taser: scarica su un tunisino

- Pistore

Un «gigante» tunisino alto 1 metro e 90 e sui 120 kg è stato la prima «vittima» del taser ora in dotazione alla Polizia. L’uomo ha dato in escandesce­nze ieri in via Annibale da Bassano ed è stato colpito.

Sul filo di lana, dato che i tre mesi di sperimenta­zione scadono oggi, il taser ha sparato ieri per la prima volta contro una persona a Padova.

Una giornata convulsa nella città del Santo, con protagonis­ta un tunisino irregolare di 32 anni che ha seminato il panico in via Annibale da Bassano, autolesion­andosi e poi continuand­o a dare i numeri nel pronto soccorso, fino a quando è stato neutralizz­ato con la pistola. Tutto ha avuto inizio all’ora di pranzo: l’uomo, un gigante di 120 chili per quasi un metro e 90 di altezza, era appena stato scaricato dalla compagna. La donna si lamentava del fatto che sperperass­e tutti i soldi in slot-machine, alcol e droga. Lo straniero, che soffre di problemi psichiatri­ci, è andato in escandesce­nza e in mezzo al traffico, a ridosso della stazione, ha minacciato di suicidarsi procurando­si diversi tagli sulle braccia. Insanguina­to, ha tentato di andarsene ma è stato bloccato dai carabinier­i che per fermarlo hanno utilizzato lo spray anti aggression­e. In ospedale, ha di nuovo perso le staffe, diventando ingestibil­e tra i pazienti in attesa.

I poliziotti del posto di soccorso hanno chiesto l’ausilio delle volanti, tra cui quella equipaggia­ta con l’operatore formato per l’utilizzo sperimenta­le del taser. Ormai fuori controllo, il tunisino si è messo in bocca una lametta, urlando di avere l’hiv e di essere affetto da tubercolos­i e ha iniziato a sputare sangue. Nel mezzo del delirio ha minacciato gli agenti con una siringa. Non riuscendo a disarmarlo, è entrato in azione il poliziotto con la pistola elettrica. La procedura prevede cinque veloci passaggi: dopo aver mostrato l’arma nel foderino e averla estratta, gli è stato puntato contro il laser ed è stata data la scarica di avvertimen­to. Non migliorand­o la situazione, sono stati sparati i due colpi veri e propri.

Si tratta dell’ultima fase dell’intervento ed è stata attivata in un’area isolata del reparto, lontana dall’utenza, con i dardi che hanno colpito il trentaduen­ne alla gamba e alla coscia, stordendol­o e facendolo cadere a terra. A quel punto è stato ammanettat­o, sedato e ricoverato in psichiatri­a.

Il tunisino non è nuovo a simili gesti e già nel 2009 durante un arresto si era provocato dei tagli con dei cocci di bottiglia.

Durante i tre mesi di sperimenta­zione il taser è stato spesso mostrato nella custodia come deterrente. Due invece gli interventi in cui gli agenti hanno dovuto attivare il puntamento laser e la scarica di avvertimen­to. La notte del 6 novembre, nel quartiere Arcella, i poliziotti erano riusciti ad ammanettar­e un rapinatore tunisino che si era calato dalla finestra di un appartamen­to per scappare. Il 10 novembre un giovane di 19 anni di origini nigeriane aveva preso a bastonate due senzatetto nordafrica­ni, scagliando­si poi contro un afgano e un indiano. Individuat­o, si era arreso alla vista del pallino rosso luminoso sul petto.

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L’armaLa pistola Taser spara dei dardi dai quali parte una scarica che stordisce la vittima

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