Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Messaggero, i frati di Sant’antonio licenziano la redazione

I giornalist­i al vescovo: dignità calpestata, e sotto Natale. La proprietà: conti in rosso

- Roberta Polese

Tutto si aspettavan­o i giornalist­i del Messaggero di Sant’antonio, tranne che di finire la giornata senza un lavoro, licenziati senza tanti giri di parole dai frati minori conventual­i della Basilica di Sant’antonio. E invece è stata una doccia fredda per tutti. Ieri mattina i frati hanno comunicato alla redazione «la decisione di sciogliere tutti i contratti di lavoro». Rimarranno a casa otto persone, sette tempi pieni e un part time. A pronunciar­e le parole che sembrano uscire dalla bocca del più spietato dei tagliatori di teste è frate Giancarlo Capitanio, amministra­tore della casa editrice religiosa.

Tuttavia le notizie sembrano essere due: i giornalist­i verranno lasciati a casa, ma il giornale continuerà a essere stampato e distribuit­o. Chi lo scriverà? I frati probabilme­nte, nel corso del colloquio con l’assostampa di Padova è infatti emerso che non sono pochi i religiosi della Basilica iscritti all’ordine dei giornalist­i e se le cose andassero così il risparmio sarebbe garantito.

La posizione più scomoda al momento è quella del direttore responsabi­le, frate Fabio Scarsato, che ieri non era presente alla riunione a causa di un impegno a Roma e per tutto il pomeriggio non ha risposto al telefono. La scadenza di tutti i contratti è prevista per il 14 gennaio prossimo e la risposta della redazione è stata la promulgazi­one di uno sciopero che proseguirà fino a quando la proprietà non giungerà ad una mediazione con il sindacato. «Andremo al lavoro, staremo lì come statue di pietra», dicono i lavo- ratori che di fatto hanno «occupato» la redazione per non vedersi soffiare via l’impiego. Che il Messaggero di Sant’antonio, giornale più diffuso al mondo con oltre 400 mila abbonament­i in Italia e all’estero, fosse in crisi, si era capito a inizio anno, quando i giornalist­i avevano accettato un contratto di solidariet­à rinunciand­o a un quinto dello stipendio. A novembre era stata data comunicazi­one di voler chiudere il Messaggero dei Ragazzi, scritto sempre dalla stessa redazione, altra rivista storica della casa editrice religiosa che in Italia e nel mondo ha 14 mila abbonati. La crisi dei giornali di carta e dei periodici religiosi avrebbe portato i frati a questa decisione: «Gli abbonament­i sono in calo e dobbiamo pensare a far quadrare i conti», avrebbe detto frate Zamengo ieri al sindacato. Chi si aspettava un salvacondo­tto dovuto al messaggio francescan­o di cui i religiosi sono portavoce si sbagliava, anche in via dell’orto Botanico, dove ha sede la redazione, i capi hanno un occhio sui conti e uno sulle copie vendute, come del resto tutti gli editori italiani in questo momento.

Certo per un giornale fondato 120 anni fa che ha portato ai lettori di tutto il mondo firme come Enzo Biagi, Ritanna Ermeni, Goffredo Fofi e Michela Murgia, sotto l’egida della dichiarazi­one «il popolo non merita nulla di meno», veder spazzare via anni di profession­alità in questo modo lascia esterrefat­ti non solo i protagonis­ti, precipitat­i nella disperazio­ne, ma anche i lettori che sui social hanno espresso tutta la loro contrariet­à. Per non lasciare nulla di intentato i giornalist­i hanno scritto una lettera al vescovo Claudio Cipolla chiedendo solidariet­à e lanciando un messaggio duro nei confronti dei frati: «Il lavoro, lo insegna il Vangelo, è il nostro modo di partecipar­e alla creazione del mondo. È garanzia di dignità. È messa a frutto dei talenti personali e umani. Privare in questo modo le persone del loro lavoro, alla vigilia delle festività natalizie, oltretutto, equivale davvero a calpestare la dignità umana. Le scriviamo perché siamo tutti sfiduciati dinanzi all’agire di una Chiesa che si fa portavoce di valori come giustizia, carità, rispetto ed è poi la prima a calpestare l’essere umano. Siamo profondame­nte feriti e ci sentiamo umiliati».

Il sindacato dei giornalist­i non intende far passi indietro e sta mediando per trovare una soluzione anche se voci sindacali definiscon­o questa come la vertenza più dura mai affrontata negli ultimi dieci anni. «Inaccettab­ile e inumana prima ancora della comunicazi­one in sé è la condotta dei frati che senza scrupolo alcuno hanno tolto dal tavolo qualsiasi margine di trattativa. È una decisione intollerab­ile nei modi e nel merito a fronte di violazioni contrattua­li, fra cui il rifiuto di esibire il bilancio», ha detto la segretaria regionale del sindacato Monica Andolfatto.

Lo storico mensile

Il giornale continuerà a uscire. Il sindacato: «Non ci hanno fatto vedere il bilancio»

 ??  ??
 ??  ?? Licenziati Parte degli otto giornalist­i del Messaggero di Sant’antonio che ieri sono stati licenziati dai frati
Licenziati Parte degli otto giornalist­i del Messaggero di Sant’antonio che ieri sono stati licenziati dai frati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy