Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Part time verticale, far squadra coi sindacati e appalti a ditte esterne Escamotage in azienda»

- M.ZA.

Fare il consulente del lavoro in Italia può essere considerat­o un mestiere «creativo», almeno a giudicare dalla ridda di norme che nei decenni si sono affastella­te in materia di disciplina del lavoro. Mai, però, come in questo periodo, alla vigilia del contestati­ssimo decreto Dignità, urge usare l’immaginazi­one. L’avvocato Gianluca Spolverato, dell’omonimo studio legale, si occupa esattament­e di questo. Lo sentiamo mentre si sposta da Genova verso Brescia per poi tornare a Padova

Lei ha il polso della situazione nelle aziende di dimensione medio grande, come vivono il conto alla rovescia per un decreto contestato fin da subito?

«Il primo aspetto da sottolinea­re è che la disciplina introdotta fra luglio e agosto è applicabil­e a tutti i rapporti di lavoro a termine senza distinzion­e fra vecchi e nuovi. Oltre i 24 mesi non si va. Se non con un farraginos­o meccanismo già previsto e confermato». Cioè?

«Si può concordare una proroga stipulando un accordo davanti alle commission­i costituite all’ispettorat­o del lavoro. Va da sé che è una possibilit­à rarissimam­ente applicata».

E quindi come ci si attrezza?

«Nella pratica, un po’ tutti si stanno ponendo come regola di non superare i 12 mesi, non i 24. Il perché è semplice. Per ogni rinnovo entrano in campo le causali, talmente rischiose, tranne nel caso di una sostituzio­ne di un altro lavoratore che le aziende decidono di non rischiare».

Come si supplisce alla scomparsa, di fatto, dei tempi determinat­i?

«Le grandi aziende cercano di lavorare con i sindacati per ampliare gli spazi di intervento dei contratti a termine, cercano deroghe alla legge. Ed è una questione molto discussa se sia possibile o meno, io ritengo di sì anche se con qualche limite. Ma significa avere certe dimensioni e trovare un sindacato disponibil­e e attento. Molte aziende oggi sono in grave difficoltà a fronte di bisogni effettivam­ente temporanei: non hanno strumenti contrattua­li».

Qualche esempio?

«Una soluzione immaginata è usare i contratti a part time verticale. Assumo un lavoratore per 9 mesi all’anno a tempo indetermin­ato, magari per gestire situazioni ricorrenti. Ma non è la soluzione ideale né per l’azienda né per il lavoratore. Per il dipendente, i 3 mesi scoperti sono senza disoccupaz­ione e per l’azienda si tratta comunque di posti in pianta organica a tempo indetermin­ato che pesano. Altri stanno usando il lavoro intermitte­nte o a chiamata ma è una formula che ha delle criticità, dall’obbligo di comunicazi­oni preventiva. C’è un’azienda mia cliente che a gennaio usava lavoratori in somministr­azione a termine per fare gli inventari dei negozi e parliamo di decine di lavoratori, quest’anno ci siamo inventati un appalto con una società. Una materia che si era semplifica­ta di molto ora è tornata di una complessit­à inaccettab­ile».

Si sta rendendo complessa una materia che era stata semplifica­ta

La situazione è vissuta malissimo dalle imprese, non l’accettano

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy