Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Aggressione con il coltello Terrore al negozio di intimo
(a.pist.) Si è finto cliente, ha chiesto un paio di boxer blu taglia M, poi ha rapinato la proprietaria puntandole addosso un coltello e chiudendola nel bagno. Attimi di paura si sono vissuti ieri poco dopo mezzogiorno in via Tiziano Aspetti al negozio Intimi Segreti di proprietà di Alessandra Coltri, una padovana di 62 anni che gestisce il punto vendita col marito. Il malvivente prima ha finto di essere interessato a un paio di mutande, poi è passato all’azione. «Dammi tutti i soldi che ci sono in cassa», le ha intimato con accento veneto e bestemmiando. «Non ti do nulla», ha tentato di replicare la donna. L’uomo ha estratto un coltello e goffamente ha cercato di spalancare la cassa. «Non ci è riuscito - spiega la titolare - abbiamo avuto una piccola colluttazione tanto che parte della merce è caduta, poi mi ha spinto verso il bagno chiudendomi dentro. Per fortuna non mi sono ferita». Il bandito ha quindi aperto la cassa, portando via 600 euro e l’iphone della signora prima di scappare senza dare nell’occhio tra le strade dell’arcella. Dopo dieci minuti la sessantaduenne è stata liberata dal geometra del vicino Studio Tecnico Immobiliare. I carabinieri sono intervenuti per i rilievi: con tutta probabilità si tratta del gesto di un tossicodipendente. la tabaccaia veneziana Manuela Cacco, sono stati recentemente condannati anche dai giudici dell’appello alla medesima pena avuta in primo grado, ovvero trent’anni a testa per i fratelli e 16 anni e 10 mesi per la complice. Ora il ricavato dell’asta andrà alla famiglia di Isabella, la mamma Ofelia e il fratello Paolo. Che più dei soldi avrebbero voluto sapere dove si trova il corpo della cara congiunta. Una richiesta che non ha mai trovato risposta se non in quelle che Paolo definisce «le bugie di Freddy». «Non ho mai creduto alla versione di Sorgato, che dice di averla gettata nel fiume – disse Paolo fuori dall’aula bunker di Mestre dove si celebrava il processo di Appello – continuerò a cercarla, ho una pista». Anche se il denaro non lenirà il dolore della famiglia Noventa, potrà alleviare la condizione della mamma, vittima di continui malanni che l’hanno colta dal giorno in cui la sua amata figlia è scomparsa. I Noventa hanno già avuto un parziale risarcimento di 124 mila euro, la quota di contanti sequestrati in casa di Debora alcune settimane dopo il suo arresto. La Corte d’appello ha fissato in 900 mila euro il risarcimento alla famiglia della vittima, e in 100 mila quello all’ex marito Pietro Gasperini. Ai Noventa andranno anche i 176 mila euro trovati nei conti correnti di Freddy e i 230 mila in quelli della sorella.