Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Apre a Vicenza il primo «Cat Cafè»
Il titolare: altro che magnagati, il Neko è casa loro e gli umani solo ospiti
Metti un thè delle cinque sorseggiato con un dolcetto tra i denti e un gatto sulle gambe a fare le fusa.
A dire il vero gatti ovunque. Il musetto del micione dipinto a mano sulla teiera in porcellana da Londra e un altro che compare al centro della tazza made in Giappone man mano che si svuota. Tutto attorno mici in carne e ossa acciambellati nelle morbide ceste, beati a sonnecchiare sulla sedia del bar o spaparanzati sulle amache da termosifoni. Ad attraversare zampettando i ponti tibetani sospesi nel vuoto o a saltellare sugli scalini attrezzati lungo le pareti. Altrettanto pronti e scattanti a reclamare coccole in cambio di fusa ad ogni estraneo che varca la porta del locale.
Benvenuti nel primo «Cat cafè» di Vicenza e del Veneto, uno dei pochi che si contano in Italia: è il Neko Cafè di Vicenza (Neko in giapponese vuol dire gatto). Un bar dei gatti dove gli umani sono i benvenuti ma non sono i protagonisti, solo ospiti a cui scroccare coccole al prezzo di fusa antistress. Verrà inaugurato sabato alle 18 negli spazi della galleria San Lorenzo. Nel cuore di Vicenza.
Qualcuno penserà nelle fauci del lupo visti i detti popolari che accompagnano i vicentini, quelli all’insegna del «magnagati».
” Angelo Di Bari Sarà uno spazio per presentazio ni di libri e speriamo di arrivare anche a fare la pet therapy
Ma chi ha voluto questa caffetteria (e torteria) per felini e umani è convinto: «Saranno loro, i gatti, a mangiarsi i vicentini».
Lui è Angelo Di Bari, meglio conosciuto come Diba, professione dj da quando era poco più che un ragazzino, all’epoca residente a Vicenza, dove ha abitato con la famiglia per dieci anni. Ha vissuto poi a Torino, dove, nel 2014, con la onlus Neko, ha aperto il primo bar con i gatti d’italia, il Neko Cafè appunto. Un’esperienza positiva, che però si è chiusa a giugno 2017, quando il locale, che aveva anche cambiato sede, ha abbassato le serrande. E ora, da sabato, si riparte da Vicenza, con tutti i «vecchi» padroni di casa, sei mici di strada o ex ospiti di gattili: da Max, mantello bianco e maschera grigia sul muso, che non perde tempo a strusciarsi tra le gambe per farsi notare, a Tommy, ribattezzato «micio palla», re della poltrona con un occhio vigile sulla porta, all’elegante pantera Werther che vi seguirà fino al piano di sopra quando vi accomoderete ad uno dei tavolini del bar tra mobili recuperati da rigattieri di mezza Italia, compresa una sorta di credenza di una farmacia di inizi ‘900, il tutto armonizzato dal tocco di un architetto. E ogni accessorio, ogni tazza o complemento vi parlerà degli amici a quattro zampe.
Perché «questa è casa loro e la gente qui si deve stare bene – racconta Angelo Di Bari, presidente della neo associazione di promozione sociale con sede a Vicenza Neko - se il locale dovesse avere riscontro sarà solo merito dei gatti, noi siamo solo ospiti».
Per il dj gattofilo «quello a Vicenza è un ritorno a casa: nessuna provocazione aver voluto aprire qui il Neko Cafè, solo un’iniziativa che può essere simpatica». Scopo: «avvicinare di più le persone agli animali e al contempo responsabilizzare i padroni». Uno spazio «anche di cultura e sociale – spiega - per mostre di giovani artisti, presentazioni di libri, approfondimenti con veterinari e comportamentisti e se possibile pet therapy». Si entra solo dopo essersi associato a Neko e metà del costo della tessera (5 euro) verrà devoluto ai gattili, così come il ricavato dei vari gadget in vendita.