Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Giordani: «Smog, le regole sono un casino i blocchi continuano ma Zaia cambi metodo»
Il sindaco: «E urgono più incentivi per le auto nuove». Divieti in vigore dal primo ottobre ma finora poche le multe: solo 112. Legambiente lancia l’allarme anche sulle polveri ultrasottili: «Limiti superati»
Dando retta ai numeri forniti ieri dal comandante della polizia municipale, Lorenzo Fontolan, la stragrande maggioranza degli automobilisti padovani sta rispettando le misure antismog che, ormai da tre mesi e mezzo, comportano il blocco della circolazione per i veicoli più vecchi e inquinanti. Dal primo ottobre scorso, infatti, i vigili urbani hanno fermato e ispezionato 9.034 vetture, circa un’ottantina al giorno, e ne hanno multate (con una contravvenzione di 164 euro) soltanto 112. Ciò significa che il 98,7% dei mezzi controllati è risultato in regola con i provvedimenti in atto. Provvedimenti che, almeno fino a dopodomani, consistono nel divieto dalle 8,30 alle 18,30 di muoversi all’interno del territorio cittadino (fatta eccezione soltanto per la zona industriale e l’anello delle tangenziali) per i veicoli a benzina privati e commerciali Euro 0 ed Euro 1, per quelli diesel privati e commerciali Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 e per quelli diesel privati Euro 3 ed Euro 4.
Da ieri, infatti, è scattato il livello d’allerta arancione, dato che da ben sette giorni consecutivi, a Padova e in tutto il resto del Veneto, il valore di Pm10 continua a stazionare al di sopra del limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Dopodomani, appunto, l’arpav emetterà un nuovo bollettino. E se nel frattempo i giorni consecutivi di sforamento saranno diventati dieci, si accenderà il semaforo rosso. Cioè quello che estende il blocco della circolazione pure ai mezzi diesel commerciali Euro 3 ed Euro 4, anche se soltanto dalle 8,30 alle 12,30. «Mi rendo perfettamente conto che si tratta di misure molto pesanti – ammette il sindaco Sergio Giordani – e che vanno a penalizzare soprattutto le persone che hanno meno possibilità economiche e che di sicuro non cambiano la loro vecchia macchina perché ci sono affezionate. E mi rendo altrettanto conto – aggiunge il primo cittadino – che il sistema dei semafori sta creando molta confusione. Se non altro perché, se uno non guarda quotidianamente il sito dell’arpav, non sa mai quale livello è in vigore. Verde, arancione o rosso. Lo so – allarga le braccia Giordani – è un casino. E proprio per questo, a dire il vero ormai da parecchio tempo, ho chiesto un incontro al presidente della Regione, Luca Zaia, per valutare la possibile adozione di un metodo un po’ più comprensibile». Poi, però, il sindaco ammonisce: «Io, nel mio ruolo, sono il primo responsabile della salute dei padovani. E quindi non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di definire inutile il blocco della circolazione per i veicoli più in là con gli anni. Ma dico soltanto che, visto che è stata la Regione a stabilire questo tipo di misure, firmando un accordo col ministero dell’ambiente, la stessa Regione dovrebbe stanziare molte più risorse per chi, di fatto, è obbligato a cambiare la propria auto».
Insomma, secondo Giordani, servirebbero più incentivi. «Come Comune, lo scorso anno, abbiamo messo 250 mila euro per la trasformazione dei motori dei veicoli a Gpl o metano e per l’acquisto di caldaie di nuova generazione – ricorda l’assessore cittadina all’ambiente, Chiara Gallani – di cui hanno beneficiato 281 persone a fronte di 409 richieste. E nel bilancio di previsione 2019, abbiamo inserito più o meno la stessa cifra, che verrà presto messa a disposizione di altri padovani». Lucio Passi, intanto, portavoce locale di Legambiente, fa notare che anche nel 2018, per il quarto anno consecutivo, il valore del Pm2,5 ha superato il limite di 25 microgrammi per metro cubo d’aria (media annuale): «Si tratta – spiega Passi – di polveri molto più sottili e dannose per la salute rispetto a quelle del Pm10».