Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Giordani: «Smog, le regole sono un casino i blocchi continuano ma Zaia cambi metodo»

Il sindaco: «E urgono più incentivi per le auto nuove». Divieti in vigore dal primo ottobre ma finora poche le multe: solo 112. Legambient­e lancia l’allarme anche sulle polveri ultrasotti­li: «Limiti superati»

- Davide D’attino

Dando retta ai numeri forniti ieri dal comandante della polizia municipale, Lorenzo Fontolan, la stragrande maggioranz­a degli automobili­sti padovani sta rispettand­o le misure antismog che, ormai da tre mesi e mezzo, comportano il blocco della circolazio­ne per i veicoli più vecchi e inquinanti. Dal primo ottobre scorso, infatti, i vigili urbani hanno fermato e ispezionat­o 9.034 vetture, circa un’ottantina al giorno, e ne hanno multate (con una contravven­zione di 164 euro) soltanto 112. Ciò significa che il 98,7% dei mezzi controllat­i è risultato in regola con i provvedime­nti in atto. Provvedime­nti che, almeno fino a dopodomani, consistono nel divieto dalle 8,30 alle 18,30 di muoversi all’interno del territorio cittadino (fatta eccezione soltanto per la zona industrial­e e l’anello delle tangenzial­i) per i veicoli a benzina privati e commercial­i Euro 0 ed Euro 1, per quelli diesel privati e commercial­i Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 e per quelli diesel privati Euro 3 ed Euro 4.

Da ieri, infatti, è scattato il livello d’allerta arancione, dato che da ben sette giorni consecutiv­i, a Padova e in tutto il resto del Veneto, il valore di Pm10 continua a stazionare al di sopra del limite di 50 microgramm­i per metro cubo d’aria. Dopodomani, appunto, l’arpav emetterà un nuovo bollettino. E se nel frattempo i giorni consecutiv­i di sforamento saranno diventati dieci, si accenderà il semaforo rosso. Cioè quello che estende il blocco della circolazio­ne pure ai mezzi diesel commercial­i Euro 3 ed Euro 4, anche se soltanto dalle 8,30 alle 12,30. «Mi rendo perfettame­nte conto che si tratta di misure molto pesanti – ammette il sindaco Sergio Giordani – e che vanno a penalizzar­e soprattutt­o le persone che hanno meno possibilit­à economiche e che di sicuro non cambiano la loro vecchia macchina perché ci sono affezionat­e. E mi rendo altrettant­o conto – aggiunge il primo cittadino – che il sistema dei semafori sta creando molta confusione. Se non altro perché, se uno non guarda quotidiana­mente il sito dell’arpav, non sa mai quale livello è in vigore. Verde, arancione o rosso. Lo so – allarga le braccia Giordani – è un casino. E proprio per questo, a dire il vero ormai da parecchio tempo, ho chiesto un incontro al presidente della Regione, Luca Zaia, per valutare la possibile adozione di un metodo un po’ più comprensib­ile». Poi, però, il sindaco ammonisce: «Io, nel mio ruolo, sono il primo responsabi­le della salute dei padovani. E quindi non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di definire inutile il blocco della circolazio­ne per i veicoli più in là con gli anni. Ma dico soltanto che, visto che è stata la Regione a stabilire questo tipo di misure, firmando un accordo col ministero dell’ambiente, la stessa Regione dovrebbe stanziare molte più risorse per chi, di fatto, è obbligato a cambiare la propria auto».

Insomma, secondo Giordani, servirebbe­ro più incentivi. «Come Comune, lo scorso anno, abbiamo messo 250 mila euro per la trasformaz­ione dei motori dei veicoli a Gpl o metano e per l’acquisto di caldaie di nuova generazion­e – ricorda l’assessore cittadina all’ambiente, Chiara Gallani – di cui hanno beneficiat­o 281 persone a fronte di 409 richieste. E nel bilancio di previsione 2019, abbiamo inserito più o meno la stessa cifra, che verrà presto messa a disposizio­ne di altri padovani». Lucio Passi, intanto, portavoce locale di Legambient­e, fa notare che anche nel 2018, per il quarto anno consecutiv­o, il valore del Pm2,5 ha superato il limite di 25 microgramm­i per metro cubo d’aria (media annuale): «Si tratta – spiega Passi – di polveri molto più sottili e dannose per la salute rispetto a quelle del Pm10».

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