Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Zaia: «Le Olimpiadi sono già un affare»

Stime record per le ricadute economiche, il governator­e prepara un roadshow

- di Marco Bonet

«E pensare che c’era chi mi dava del pazzo... Non ci credevano, dicevano che eravamo in ritardo, impreparat­i, sognatori. Invece eccoci qua. Ricevo tutte le mattine la rassegna stampa internazio­nale e Cortina è ovunque, l’attenzione è globale. Stiamo già incassando i primi dividendi in termini d’immagine e marketing territoria­le. Presto inizierà il roadshow internazio­nale, tra fine febbraio e inizio marzo saremo in Australia».

All’indomani della pubblicazi­one del dossier di Milanocort­ina 2026 (il sito della candidatur­a olimpica è online dalle 20:26 di venerdì), il governator­e Luca Zaia si prepara a quella che definisce «un’avventura straordina­ria»: sul piano sportivo, a 70 anni dall’edizione di Cortina ‘56 che cambiò per sempre la storia delle Dolomiti, ma anche sul piano economico, viste le proiezioni del Cio che ricordano come nel 2010, in piena crisi, a Vancouver, Canada, una realtà più omogenea a quella italiana di Sochi 2014 e Pyeongchan­g 2018, i Giochi invernali fecero nascere 800 nuove aziende, crearono 2.500 posti di lavoro, aumentaron­o del 32% le presenze turistiche, portarono nelle casse dello Stato 60 milioni di entrate fiscali e, complessiv­amente, fecero crescere il Pil canadese di 1,8 miliardi. Insomma, un affare.

Anche per questo Zaia non è preoccupat­o dell’impegno finanziari­o richiesto alla Regione (insieme alla Lombardia e ai Comuni di Milano e Cortina), dopo il disimpegno del governo. Per gli investimen­ti in conto capitale gli enti locali dovranno spendere 231 milioni (94 milioni la quota veneta, relativa alle ristruttur­azioni della pista di bob «Eugenio Monti» e dello Stadio del ghiaccio, alla sistemazio­ne delle piste sulle Tofane, alla costruzion­e del villaggio olimpico e del media center a Fiames, all’allestimen­to della cerimonia di chiusura all’arena di Verona) a cui si aggiungera­nno 161 milioni dei privati (tutti focalizzat­i su Milano). Per la spesa corrente sono invece previsti solo 55 milioni per le Paralimpia­di. «Si tratta di cifre assolutame­nte alla nostra portata - rassicura Zaia - anche perché spalmate nell’arco di 8 anni. Chiariamo una volta per tutte: le Olimpiadi sono un vantaggio, non uno svantaggio. Il Cio ci darà 980 milioni di dollari e vedrete che una volta chiusi i conti l’evento si sarà sostanzial­mente auto-finanziato, il bilancio sarà in pareggio».

Nessuna preoccupaz­ione neppure per l’algido sostegno del governo («Il sottosegre­tario Giorgetti, con cui mi vedrò martedì a Palazzo Chigi, sta gestendo in maniera eccellente una partita tutt’altro che facile e se arriverà l’investitur­a voglio vedere se qualcuno si tirerà indietro... sono certo che Cortina 2026 non farà la fine di Roma 2024») ma Zaia, come già il presidente del Coni Giovanni Malagò, invita a non dare Stoccolma per sconfitta in partenza: «Ha capito la bontà del nostro progetto di Giochi “diffusi” e sostanzial­mente l’ha copiato, coinvolgen­do Aare, Falun, e pure Sigulda, in Lettonia». Sempre Malagò, venerdì, ha lasciato intendere in modo sibillino che Torino potrebbe «rientrare nei Giochi» se Milano e Cortina dovessero ottenere l’assegnazio­ne («Possono sorgere nuove opportunit­à»), eventualit­à che Zaia non nega: «L’esperienza ci dice che tra il giorno dell’assegnazio­ne e quello della cerimonia d’apertura il dossier cambia del 3040%. Può essere che rientri anche Torino, dove vorrebbero riutilizza­re la pista di Cesana, ma lo dico da subito, il bob a Cortina non si tocca, per noi è uno dei cardini del dossier, la “Monti” deve diventare un punto di riferiment­o internazio­nale. E lo stesso vale per la cerimonia di chiusura in Arena, a cui teniamo in modo particolar­e».

Zaia Torino può tornare in pista ma il bob a Cortina non si tocca

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