Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I No Rotaie alla carica «Tram, via la seconda linea Si punti verso Padova est»

La contro-proposta del comitato. Lorenzoni: «Non si può fare»

- Davide D’attino

Il Comitato No Rotaie torna alla carica. E dopo aver passato l’ultimo anno e mezzo a criticare la nuova linea di tram Stazione-voltabaroz­zo, definendo il mezzo «obsoleto, costoso in termini di manutenzio­ne e dannoso per la morfologia dei quartieri», adesso si scaglia contro il percorso e ne propone uno di alternativ­o. Anzi, invita il Comune a cambiare completame­nte tracciato, adoperando il contributo statale di 56 milioni di euro non più per collegare la ferrovia con la periferia Sud-est della città, bensì per unire la Stazione all’area di Padova Est in cui verrà costruito il nuovo ospedale. Un tragitto, quello appunto Stazione-padova Est, che rappresent­erebbe un primo assaggio della terza linea, che dovrebbe andare da Chiesanuov­a a Ponte di Brenta e per la quale Palazzo Moroni si appresta a chiedere al ministero delle Infrastrut­ture un altro finanziame­nto, stavolta di ben 120 milioni. «A oggi – premette Liliana Gori, presidente del Comitato No Rotaie – le certezze sono soltanto due. Ovvero che il governo ha confermato lo stanziamen­to di 56 milioni e che il mezzo da utilizzare, anche se a noi continua a non piacere, è lo stesso già in funzione nella tratta Pontevigod­arzere-guizza. Ma in merito al percorso Stazione-voltabaroz­zo, per stessa ammissione del vicesindac­o Arturo Lorenzoni, non esiste ancora un progetto definitivo. Tanto che – sottolinea Gori – sono ancora in ballo tre soluzioni diverse per coprire la parte tra il nuovo ponte sul Bacchiglio­ne e il capolinea di via Piovese». Insomma, ci sarebbe tutto il tempo per modificare totalmente il tragitto, senza ovviamente rinunciare al contributo dello Stato.

Va bene, ma per quale motivo? «Con la realizzazi­one del nuovo ospedale a San Lazzaro – argomentan­o Fabio Scalabrin e Marco Furno, altri membro del Comitato No Rotaie – quello vecchio di via Giustinian­i sarà ridimensio­nato e non si è ancora ben capito che fine farà il Sant’antonio di via Facciolati. Ciò significa che la zona in cui si è deciso di far passare la nuova linea, è progressiv­amente destinata a perdere funzioni. Ed ecco perché noi proponiamo di dare priorità al tracciato Stazione-padova Est, servendo un’area della città ricchissim­a di centri d’attrazione. Basti citare – elencano Scalabrin e Furno – il tribunale, la Fiera, il futuro centro congressi, gli istituti universita­ri del Portello, gli uffici della Cittadella, il polo commercial­e di via Venezia e la Kioene Arena, senza appunto dimenticar­e il nuovo ospedale e la nuova questura in via Anelli». Un’istanza, quella del Comitato No Rotaie, condivisa in toto dai grillini padovani Giacomo Cusumano e Simone Borile, colleghi di movimento del ministro delle Infrastrut­ture, Danilo Toninelli: «Pur sapendo che è stata appena firmata la convenzion­e per la linea Stazione-voltabaroz­zo, abbiamo già coinvolto i nostri parlamenta­ri e lo stesso ministro per verificare la possibilit­à di cambiare percorso». Immediata, e negativa, la risposta del vicesindac­o Lorenzoni: «Abbiamo ricevuto i 56 milioni per un tragitto ben preciso e quindi, anche se volessimo, non sarebbe possibile fare diversamen­te. Detto questo però – ricorda il professore di Coalizione Civica – la tratta Stazione-padova Est sarà ugualmente coperta se, come spero, il governo deciderà di finanziare pure la terza linea». Ma la sensazione è che le polemiche non smetterann­o.

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Dalla stazione al nuovo ospedale La cartina con il percorso del tram proposto dal comitato No Rotaie

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