Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I No Rotaie alla carica «Tram, via la seconda linea Si punti verso Padova est»
La contro-proposta del comitato. Lorenzoni: «Non si può fare»
Il Comitato No Rotaie torna alla carica. E dopo aver passato l’ultimo anno e mezzo a criticare la nuova linea di tram Stazione-voltabarozzo, definendo il mezzo «obsoleto, costoso in termini di manutenzione e dannoso per la morfologia dei quartieri», adesso si scaglia contro il percorso e ne propone uno di alternativo. Anzi, invita il Comune a cambiare completamente tracciato, adoperando il contributo statale di 56 milioni di euro non più per collegare la ferrovia con la periferia Sud-est della città, bensì per unire la Stazione all’area di Padova Est in cui verrà costruito il nuovo ospedale. Un tragitto, quello appunto Stazione-padova Est, che rappresenterebbe un primo assaggio della terza linea, che dovrebbe andare da Chiesanuova a Ponte di Brenta e per la quale Palazzo Moroni si appresta a chiedere al ministero delle Infrastrutture un altro finanziamento, stavolta di ben 120 milioni. «A oggi – premette Liliana Gori, presidente del Comitato No Rotaie – le certezze sono soltanto due. Ovvero che il governo ha confermato lo stanziamento di 56 milioni e che il mezzo da utilizzare, anche se a noi continua a non piacere, è lo stesso già in funzione nella tratta Pontevigodarzere-guizza. Ma in merito al percorso Stazione-voltabarozzo, per stessa ammissione del vicesindaco Arturo Lorenzoni, non esiste ancora un progetto definitivo. Tanto che – sottolinea Gori – sono ancora in ballo tre soluzioni diverse per coprire la parte tra il nuovo ponte sul Bacchiglione e il capolinea di via Piovese». Insomma, ci sarebbe tutto il tempo per modificare totalmente il tragitto, senza ovviamente rinunciare al contributo dello Stato.
Va bene, ma per quale motivo? «Con la realizzazione del nuovo ospedale a San Lazzaro – argomentano Fabio Scalabrin e Marco Furno, altri membro del Comitato No Rotaie – quello vecchio di via Giustiniani sarà ridimensionato e non si è ancora ben capito che fine farà il Sant’antonio di via Facciolati. Ciò significa che la zona in cui si è deciso di far passare la nuova linea, è progressivamente destinata a perdere funzioni. Ed ecco perché noi proponiamo di dare priorità al tracciato Stazione-padova Est, servendo un’area della città ricchissima di centri d’attrazione. Basti citare – elencano Scalabrin e Furno – il tribunale, la Fiera, il futuro centro congressi, gli istituti universitari del Portello, gli uffici della Cittadella, il polo commerciale di via Venezia e la Kioene Arena, senza appunto dimenticare il nuovo ospedale e la nuova questura in via Anelli». Un’istanza, quella del Comitato No Rotaie, condivisa in toto dai grillini padovani Giacomo Cusumano e Simone Borile, colleghi di movimento del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: «Pur sapendo che è stata appena firmata la convenzione per la linea Stazione-voltabarozzo, abbiamo già coinvolto i nostri parlamentari e lo stesso ministro per verificare la possibilità di cambiare percorso». Immediata, e negativa, la risposta del vicesindaco Lorenzoni: «Abbiamo ricevuto i 56 milioni per un tragitto ben preciso e quindi, anche se volessimo, non sarebbe possibile fare diversamente. Detto questo però – ricorda il professore di Coalizione Civica – la tratta Stazione-padova Est sarà ugualmente coperta se, come spero, il governo deciderà di finanziare pure la terza linea». Ma la sensazione è che le polemiche non smetteranno.