Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bergamin alla prova finale La Lega tentata dalla spallata
Non si placa lo scontro sulla giunta, spunta l’ipotesi dimissioni in blocco
Le dimissioni in blocco davanti al segretario generale domani mattina potrebbero decretare la fine del sindaco Massimo Bergamin che, sempre in quelle stesse ore, potrebbe presentare la nuova giunta, dopo il clamoroso azzeramento del 31 gennaio scorso. La tentazione di chiudere la partita sarebbe forte soprattutto tra i consiglieri della Lega che, entro stasera, dovrebbero sciogliere le riserve sul che fare.
Da quel che trapela tra gli 8 eletti del Carroccio, delusi dall’esito del lungo vertice di coalizione di venerdì sera, almeno 6 vedrebbero di buon occhio la spallata e, per arrivare alle 17 firme necessarie, starebbero cercando sponda in Luca Paron e Carmelo Sergi (i 2 di Obiettivo Rovigo indisponibili al rientro in maggioranza) e Vani Patrese (capogruppo di Fi, il più allineato al commissario provinciale Piergiorgio Cortelazzo), nei 4 indipendenti di centrodestra (gli ex leghisti Matteo Zanotto e Daniela Goldoni, l’ex forzista Simone Dolcetto, l’ex Or Alberto Borella), puntando a completare i conti coinvolgendo parte dell’opposizione, ossia i democratici Andrea Borgato e Giorgia Businaro con Francesco Gennaro (M5S) e Ivaldo Vernelli (Italia in Comune). Insomma, il futuro dell’amministrazione continua a rimanere appeso a un filo. Nemmeno la presenza dei vertici regionali della Lega, col segretario regionale Gianantonio Da Re e del responsabile veneto per gli enti locali della Lega Mario Conte, nonché del commissario provin- ciale di Fi Cortelazzo, avrebbe permesso di individuare una vera via d’uscita. Nel rebus nuova giunta, due i nodi apparentemente irrisolvibili per i leghisti. Il primo sui nomi, con l’opposizione alla ventilata riproposizione di Alessandra Sguotti alla Cultura e di Antonio Gianni Saccardin (leader di Presenza Cristiana) ai Lavori pubblici. Il secondo, l’assoluta mancanza di segnali su un cambio di passo sulle società partecipate (estromissione del presidente Alessandro Duò ad Asm, nuovi vertici per Ecoambiente, rilancio delle case di riposo Iras). Bergamin, cercando un’ulteriore forzatura, potrebbe proporre un esecutivo, mirando a una rischiosissima prova di forza in aula, con il risultato di far slittare comunque l’eventuale caduta oltre il 20 febbraio, evitando così il ritorno alle urne il 26 maggio, in concomitanza con le Europee. Intanto nell’opposizione si valuta un ricorso alla prefettura, invocando una moral suasion per lo sblocco di una situazione senza precedenti.