Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Papà cattolico, mamma fascista E io sono lesbica»
Chiamiamola Giulia, anche se non è il suo vero nome. «I miei genitori non sanno che ho deciso di partecipare alla manifestazione. E non dovranno mai venire a saperlo...».
È di Verona, ha gli occhi azzurri, i capelli corti e, a vederla con i jeans e la magliettina stretta, dimostra meno dei suoi ventidue anni. Con un gruppetto di amiche se ne sta al centro del piazzale che si affaccia sulla stazione Porta Nuova, dove ieri si è data appuntamento la folla per il corteo a favore di tutto ciò che, secondo i relatori del Congresso Mondiale delle Famiglie, è profondamente sbagliato. E Giulia è lì proprio per questo: per sfilare lungo le strade di Verona assieme al suo personale bagaglio di frustrazioni.
«Mia madre è una fascista. Nel senso proprio che si riconosce negli ideali della Destra estrema. E mio padre è un ultracattolico. Un giorno è venuto da me con un regalo: era un libro dal titolo “Uomo e donna Dio li creò”. Non l’ho neppure sfogliato...». Si tratta dell’opera di Jean Vanier, dove si sottolinea l’importanza di una comunità formata da «sani» (cioè coppie etero, sposate) rispetto ai rischi che comporterebbe se fosse costituita da «malati».
Per Giulia, quel regalo è stato come uno schiaffo in pieno volto. «Sono lesbica, ma i miei genitori non lo sanno. Non ho mai detto loro la verità perché so già che non lo accetterebbero mai. Per loro sarebbe un dispiacere enorme, e non ho voglia di ferirli».
Il corteo si mette in moto per la lunga passeggiata attraverso le strade della città. Mentre Giulia e le sue amiche si incamminano, lei racconta che della manifestazione femminista di Verona ne ha parlato ai suoi genitori. «Mia madre non si è espressa. Papà, invece, è contrario: per lui tutto ciò che viene detto al Congresso Mondiale delle Famiglie è corretto. Ci crede davvero, profondamente. Per questo non potrebbe mai voler bene a una figlia lesbica. Una figlia come me».
” Mio padre non potrebbe mai voler bene a una figlia lesbica Cioè a me