Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il federalism­o «austero»

- Gigi Copiello

Ma dalle stesse Regioni si emigra anche per scuola, lavoro e quant’altro. Qual è la loro posizione invece nelle classifich­e per spesa pubblica? In rapporto al Pil, in alto, molto in alto. Per dare qualche numero e un’idea, in Lombardiae­milia-veneto si spendono trai 2.700 e i 3.000 euro per abitante, in Sicilia-calabri a campania trai 3.700 e i 4.200 euro per abitante. Statistich­e, prove e controprov­e, la cruda realtà dei numeri e la viva esperienza dei fatti dicono tutti una sola cosa, qui nella nostra Italia: meno si spende, meglio è. Detto e precisato che il discorso vale per la spesa pubblica ordinaria, non certo per le grandi opere (che tali sono), va fatto un riferiment­o piuttosto al federalism­o. Fosse il federalism­o un federalism­o «austero», svanirebbe­ro di colpo molte (o tutte?) candidatur­e che si affollano attorno all’autonomia regionale. Che, ad oggi, è tutta una corsa alla spesa, ad altra spesa pubblica. Corsa inaugurata, va detto, dal Veneto, che con il suo referendum ambiva alla spesa di Trento e Bolzano (9.200 euro per abitante!). Fosse questo il federalism­o, avremmo una robusta riduzione della spesa pubblica in capo alle Regioni, per allinearla a quelle virtuose (Lombardia, Emilia, Veneto). Senza che ciò comporti alcuna riduzione di servizi. Tutt’altro. Sarebbe un federalism­o austero, è vero. Ma sempre meglio del federalism­o degli equivoci e degli inganni, che promette risorse che non ci sono e permette sprechi che ben ci sono. È il solo federalism­o, infine, che libererà risorse per... e qui la penna inciampa. Si vorrebbe scrivere di riduzione del fisco, delle tasse. Soprattutt­o delle tasse che gravano su chi lavora, sul costo del lavoro. Ma, con i tempi e i conti che corrono… Comunque sia, sarebbe una alternativ­a alla patrimonia­le (ormai prossima e ventura).

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