Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sulla pistola c’è solo il sangue di Sissy I genitori: non si è sparata

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Per la procura non potrà essere che l’ennesima conferma che in quell’ascensore non c’era nessun altro oltre a Sissy, che quindi si è sparata da sola. Per la famiglia è solo l’ennesimo «giallo», la dimostrazi­one che le indagini sono state fatte male. Sul tavolo del pm Elisabetta Spigarelli sono arrivati gli esiti di due delle indagini integrativ­e disposte dal gip sul caso di Maria Teresa Trovato Mazza, la 30enne agente penitenzia­ria calabrese trovata esanime all'ospedale Civile di Venezia l'1 novembre del 2016 e morta dopo due anni di coma lo scorso 12 gennaio. Il primo è l’esame del Dna sulla pistola, che conferma che non c’erano tracce di sangue sul vivo di volata (cioè la «canna»), ma ce n’erano un paio sul lato destro della parte posteriore. Il secondo è l’esame del computer, su cui non ci sarebbe stata alcuna manomissio­ne o formattazi­one.

L’assenza di Dna sul vivo di volata potrebbe essere stata causata da un lato dall’esame delle impronte, che ha portato all’uso di un reagente che deteriora le tracce biologiche. Il collegio difensivo della famiglia ipotizza però anche la possibilit­à che la pistola sia stata ripulita. «Nel caso di un colpo da contatto rappresent­a la parte della pistola dove maggiormen­te ci si aspetta di ritrovare tracce ematiche e materiale organico - dicono - questo esito pone in dubbio l’ipotesi che il colpo sia stato sparato a contatto». Cioè, sottinteso, Sissy non si è sparata da sola. (a. zo.)

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