Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Botte in piazza, scontro Coalizione-questore «Inadeguato». Lui: «Disordini come ricatto»

Attacco dalla maggioranz­a: bastava dire no ai neofascist­i. La replica: condotta dei no global inaccettab­ile

- Silvia Moranduzzo Roberta Polese

Una tempesta di accuse e recriminaz­ioni cala su Padova, innescata dal via libera del questore Paolo Fassari al corteo di Forza Nuova, venerdì sera, ed esplosa dopo gli scontri al contro-corteo non autorizzat­o del Pedro, che chiedeva lo stesso percorso per stoppare i neo fascisti. Bloccati e caricati dalla polizia, alcuni manifestan­ti del centro sociale sono finiti in pronto soccorso (due poliziotti e tre pedrini) e il centro è rimasto bloccato per un paio d’ore.

Ieri, Coalizione civica, uno dei rami della maggioranz­a in Comune, via Facebook ha attaccato il questore: «Il sindaco e la giunta avevano, a ragione, espresso delle preoccupaz­ioni sull’opportunit­à di permettere un corteo neofascist­a. Noi crediamo che chi aveva la responsabi­lità di gestire queste situazioni si sia dimostrato inadeguato e non sia stato in grado di garantire la sicurezza e la serenità della città intera». «Ci chiediamo quale sia la logica di una gestione simile – ha rincarato Nicola Rampazzo, capogruppo in consiglio comunale di Coalizione – Era chiaro che ci sarebbero stati problemi. Bastava non concedere la manifestaz­ione a Forza Nuova». «É inaccettab­ile generare disordini e violenze - la replica di Fassari - al preordinat­o scopo di indurre il questore a non fare manifestar­e coloro cui le violenze sono dirette». A difendere l’operato dei poliziotti è l’fsp, Federazion­e sindacale di polizia, che in un comunicato, a proposito della visita dei poliziotti alle ragazze ferite in pronto soccorso, specifica che i due operatori erano lì per farsi visitare a loro volta: «I due operatori di polizia mantenendo un comportame­nto tranquillo e profession­ale hanno deciso di dirigersi verso un altro presidio ospedalier­o prolungand­o a loro discapito il ricorso alle cure mediche – scrivono il vicario regionale Maurizio Ferrara e Luca Capalbo – Ad uno dei due agenti è stata diagnostic­ata una frattura dello scafoide con 30 giorni di prognosi». Ma il Pedro non sente ragioni.«il questore deve dimettersi» dicono i pedrini.

Il bilancio del centro sociale è di una decina di persone in pronto soccorso e un’altra quarantina con ecchimosi di diversa entità. «Mi hanno dato 5 punti di sutura – spiega Lisa – Mentre scrivevo a mia madre si sono avvicinati due agenti convinti che avessi fatto delle foto e mi hanno intimato di cancellarl­e». Irene, invece, ha un lieve trauma cranico: «Voglio i numeri identifica­tivi sui caschi. Voglio sapere chi mi ha distrutto la testa – dice – Non ho mai avuto paura di loro ma ora li disprezzo ancora di più. Pretendo che il questore paghi il ticket sanitario». Nessuno scontro, dicono i pedrini, le persone si sono avvicinate con le mani alzate. «Ho preso una manganella­ta in un occhio, i medici sperano che guarisca da solo entro mercoledì altrimenti dovrò operarmi – spiega Giordano Padovan di Rifondazio­ne comunista – Un millimetro più in là e avrei perso l’occhio».

«Piaccia o no Forza Nuova manifesta dove e quando vuole e chi, come il sindaco Giordani, non potendo impedirlo istiga alla violenza, deve andarsene a casa», dice invece Luca Leardini, coordinato­re di Forza Nuova Veneto, chiedendo la testa del primo cittadino, che venerdì sera si è dissociato da qualsiasi violenza. La polizia ha indagato due ragazze per oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Sono in corso accertamen­ti per individuar­e gli attivisti che hanno dato il via al corteo non autorizzat­o: la Digos sta lavorando sulle immagini registrate. Nicola Fratoianni, parlamenta­re di Sinistra Italiana, presenterà un’interrogaz­ione parlamenta­re su quanto accaduto.

Il Pedro Gli attivisti accusano: «Noi picchiati con le mani alzate»

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Il contatto La polizia e i manifestan­ti del corteo non autorizzat­o promosso dal centro sociale Pedro venerdì

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