Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Delitto Guarniero, si indaga sui conti E non si esclude la pista dei politici
L’amico-dipendente: lui onesto, e si muoveva con cautela. La moglie sentita a lungo
Nella mattinata di ieri sono arrivati nelle Filippine la mamma e lo zio di Andrea Guarniero, l’imprenditore di Padova ucciso a 49 anni con tre colpi di pistola la sera di giovedì nella città di Dauin. I familiari tenteranno di ricostruire insieme al console Giorgio Guglielmino gli ultimi giorni della vita di Andrea. «È chiaro che non si è trattato di una rapina ma di un delitto preordinato – spiega Andrea Bruno, anche lui padovano e anche lui trasferitosi nelle Filippine per dar corpo al progetto di un resort – conoscevo Andrea da una vita, avevamo fatto il liceo insieme, era un uomo straordinario, ha fatto molto anche per la popolazione del posto. Il delitto collegato al terreno? Può essere, ma è strano perché quel terreno è stato comprato da un altro straniero, non era di un filippino, non c’era motivo, da parte della gente del posto, di avercela con lui».
Al momento non si trascura alcuna pista, neanche quella politica. Non è escluso che la famiglia di Andrea fosse stata spinta a fare favori particolari a qualche politico del posto in relazione ai lavori del resort, e che una richiesta da parte di qualche amministratore non fosse stata recepita a dovere. Guarniero era un uomo onesto e non ci sono dubbi che lo fosse anche sua moglie, tuttavia, se è vero che l’omicidio è legato ad una questione di soldi, è anche lecito chiedersi il percorso di quel denaro e se per caso qualche politico del posto non si aspettasse di avere una parte di quella ricchezza. «Andrea e la sua famiglia sanno bene come funzionano le cose qui, ci sono state le elezioni qualche tempo e loro hanno sostenuto in egual misura le iniziative di tutti i candidati, proprio perché erano nuovi e avevano bisogno di essere benvoluti da tutti – spiega Bruno –. Per non avere inimicizie avevano ceduto una parte di terreno gratuitamente ad alcuni vicini, in modo da permettere loro di raggiungere le proprietà, inoltre si erano accollati le spese per spostare un impianto idrico per far arrivare l’acqua ad una parte della città che sarebbe stata penalizzata dalla nascita del resort. Insomma sapevano come muoversi, non creavano attriti, a gestire le trattative però era sempre la moglie Cyril, che è di quel posto e parla quella lingua. Andrea si occupava dei progetti, lei dei pagamenti, ora le indagini si stanno concentrando sui flussi bancari, perché non vi è dubbio che all’origine dell’omicidio ci siano invidie legate agli affari di Andrea». La moglie dell’imprenditore padovano è stata sentita per lunghe ore dagli investigatori, così come le cognate e la servitù. Sono stati sequestrati i computer e anche il cellulare di Andrea. L’imprenditore padovano aveva in mano l’apparecchio quando è stato freddato, le ultime telefonate erano per lavoro. «L’ambasciatore ha rassicurato mia madre – spiega Daniele, fratello dell’uomo assassinato, rimasto in città – ho sentito la mia famiglia fiduciosa rispetto alle indagini che gli investigatori stanno facendo sul posto, molti stranieri hanno affari in quella parte delle Filippine, quello che è accaduto è un danno per l’economia di quel paese e anche per il turismo».