Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Commercianti in marcia sul Liston «Tram e ciclabile, la nostra morte»
Oltre 200 sotto il Comune. «Corso Milano in tilt. Il Comune faccia marcia indietro»
Prima, in maniera silenziosa come se fosse un corteo funebre, hanno sfilato lungo il Listòn da Palazzo Moroni a piazza Garibaldi (e ritorno). E poi, per quasi un’ora di fronte ai cancelli del Comune, hanno chiesto invano di incontrare il sindaco Sergio Giordani (fuori città) e il vice Arturo Lorenzoni (fuori ufficio). Circa 250 negozianti padovani, ieri mattina intorno all’ora di pranzo, si sono dati appuntamento in via VIII Febbraio, tra cartelli, megafoni e cori da stadio, per protestare contro la nuova doppia pista ciclabile di corso Milano e la futura linea di tram Chiesanuova-ponte di Brenta (che dovrebbe passare per lo stesso corso Milano) e per domandare l’ampliamento del parcheggio dell’ex caserma Prandina di via Orsini fino a un migliaio di posti auto. Nel ruolo di capopopolo, come più volte accaduto negli anni scorsi, c’era Massimiliano Pellizzari, presidente dell’acc, l’associazione dei commercianti del centro. E al suo fianco, oltre che molti suoi colleghi, c’erano pure sua zia Vanda, capogruppo della Lista Bitonci nel parlamentino di Palazzo Moroni, i consiglieri leghisti Alain Luciani e Vera Sodero (insieme con Paola Ghidoni, candidata padovana del Carroccio alle Europee di dopodomani), quelli di Libero Arbitrio, Matteo Cavatton, Elena Cappellini ed Enrico Turrin, l’ex vicesindaco di Forza Italia, Eleonora Mosco, l’ex parlamentare di Fratelli d’italia, Filippo Ascierto, e l’ex numero uno di Aps Holding, Paolo Rossi. Insomma, tanti negozianti. Ma anche tanto centrodestra. «Forse - ha scandito Pellizzari - il vicesindaco Lorenzoni non se n’è ancora accorto, visto che lui gira soltanto in bicicletta. Ma ormai da tre settimane, cioè da quando sono spuntate le due piste ciclabili in corso Milano, che hanno ridotto le corsie per le auto da due a una, enil trare a Padova nelle ore di punta è diventato praticamente impossibile. Via Vicenza? Bloccata già dal cavalcavia Chiesanuova. Via Orsini? Bloccata già da piazzale San Giovanni. Via Bronzetti? Bloccata già dall’incrocio con via Bezzecca e via Beato Pellegrino. Senza contare poi - ha aggiunto il presidente dell’acc le enormi difficoltà per trovare un parcheggio». Ecco dunque spiegato perché Pellizzari e gli altri commercianti del centro, con il supporto dell’intera opposizione (M5S a parte) e del Comitato No Rotaie Voltabarozzo (rappresentato da Liliana Gori), hanno invitato il Comune a fare marcia indietro nonché ad aumentare il numero di posti auto alla Prandina e a ritirare il progetto della terza linea di tram, «pronta a far chiudere una marea di negozi, come già successo in via Aspetti e in via Guizza». «Mi sa che Giordani e Lorenzoni non se lo ricordano. Ma ben due amministrazioni - ha evidenziato ancora presidente dell’acc, tra gli applausi dei manifestanti sono già cadute per colpa del tram. Quella di Flavio Zanonato nel 1999 e quella di Giustina Destro nel 2004. E la loro, quindi, potrebbe essere la terza». Questa, nel pomeriggio, la replica del vicesindaco: «Stiamo semplicemente portando avanti cose annunciate due anni fa in campagna elettorale. Anzi – sorride Lorenzoni – la terza linea del tram, che transiterà per corso Milano, risale addirittura al 2004. Detto questo, gli interventi non vanno giudicati oggi, coi lavori in corso, ma quando saranno finiti. Mi spiace per i disagi di queste settimane, ma stiamo operando per rendere Padova più bella, più accessibile e più salubre». E da Legambiente, il presidente Sandro Ginestri appunta: «Consigliamo alla giunta di andare avanti e di non farsi fermare da chi ha paura del cambiamento. Anche perché tra qualche anno, come già avvenuto per quelli di via Roma, i commercianti di corso Milano saranno i primi a dirle grazie». Chissà. Intanto, però, le proteste paiono destinate a continuare.
” Pellizzari Occhio, Giordani: sul tram sono cadute due giunte...
” Lorenzoni Portiamo avanti solamente ciò che era nel nostro programma