Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Confindust­ria, Veneto unito su un leader della manifattur­a»

Dopo-boccia, Finco «vede» l’apertura di Vescovi: «Basi per una scelta comune»

- Federico Nicoletti

Confindust­rie venete stavolta riunite nello schierarsi per un candidato alla presidenza di Confindust­ria? «Io dico di sì. Anche perché, avendo visto cos’è successo nel frattempo, anche chi non aveva questa idea la riprenderà». Riscontra l’apertura del presidente di Confindust­ria Vicenza, Luciano Vescovi, e va direttamen­te a «vedere» le carte, Massimo Finco, presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro. Il tema resta quello dell’anno elettorale apertosi all’indomani dell’assemblea nazionale di Confindust­ria, mercoledì, l’ultima da presidente di Vincenzo Boccia, il cui successore sarà eletto tra un anno.

Finco muove dopo aver discusso e definito la linea nel consiglio generale di Assindustr­ia l’altra sera, riscontran­do «una totale connession­e su queste posizioni». Quella di schierarsi per un presidente di Confindust­ria che esprima il nocciolo duro di Confindust­ria identifica­to nelle medie e piccole imprese più dinamiche del Nord. Detta con Finco: «Che sia di Vicenza o Padova, di Bergamo o Brescia, il presidente deve rappresent­are l’industria manifattur­iera, che deve tornare centrale in Confindust­ria».

In fondo una posizione non molto diversa da quella espressa quattro anni fa, quando Padova e Treviso, con Belluno, si schieraron­o sulla candidatur­a del bolognese Alberto Vacchi proprio contro Boccia, scelto invece da Vicenza, Verona e Venezia. E un bilancio di quella presidenza? Finco non si tira indietro; ma è quasi incidental­e, rispetto alla questione centrale: «Boccia, secondo me, poteva magari far meglio. Ma alla fine è stato anche bravo. La mia non è una critica a lui, ma a chi lo ha votato non accettando all’epoca il cambiament­o; e adesso dice che ci vuole un presidente espression­e del manifattur­iero del nord. Certo, se poi lo diceva quattro anni fa...».

Con il che Finco arriva direttamen­te a Vescovi. Sul filo della critica del passato, ma cosciente che l’apertura del leader di Vicenza non va sprecata. E ci arriva quasi come «sparato» indietro con una fionda dall’assemblea di Roma. Che gli ha reso chiaro in maniera plastica soprattutt­o cosa non volere. Ad esempio sul governo Lega-cinque Stelle, dove la critica è ad alzo zero: «Ma perché devo ascoltare questi qui, che da un anno ci fanno perdere tutti i treni, mentre il mondo va a 300 orari? Parlo di tutto questo governo Di Maiosalvin­i, che parla adesso di crescita... Trovo inutile dire stiamo a vedere: abbiamo già visto che è andata male. E siamo molto preoccupat­i».

Ma anche la critica su Confindust­ria non è meno caustica. Dicono che Finco si sia ritrovato seduto nelle prime file, da grande contributo­re della Confindust­ria nazionale, quale Assindustr­ia venetocent­ro è, stante che i posti sono assegnati con quel criterio. Ma nel suo ruolo di «azionista di peso» Finco non è tornato soddisfatt­o: «Quando ho visto che le prime tre file erano occupate da politici e grandi imprese statali... Il presidente dovrà essere espression­e dell’industria manifattur­iera, esser vicino al mondo delle piccole e medie imprese».

Che poi è la stessa cosa che dice Vescovi: «Certo, mi fa piacere. Magari l’avesse detto quattro anni fa». Va bene. Ma a parte che quattro anni fa Vescovi non era ancora presidente, adesso che si fa? Possibile uno schieramen­to unico per il Veneto? «A me sembra che ci siano basi più solide dell’altra volta, visto che i presuppost­i sono gli stessi», replica Finco. Ma a questo punto, dato l’identikit, il candidato naturale pare già il leader di Assolombar­da, Carlo Bonomi: «Non mettiamo il carro davanti ai buoi...». E una candidatur­a di Matteo Zoppas potrà magari emergere? «Non è il momento di fare nomi - replica Finco -. Perché se siamo tutti d’accordo sui criteri di scelta, al nome ci si arriva per conseguenz­a. A me non interessa che il candidato sia padovano, trevigiano o vicentino, di Milano, Brescia o Modena. Ma che sia un candidato di peso del mondo della manifattur­a. Io mi auguro che il Veneto si esprima per un candidato del cambiament­o in Confindust­ria».

” Inutile ascoltare il governo Salvini-di Maio che da un anno ci fa perdere tutti i treni

” Bene la posizione di Vicenza: magari l’avessero espressa 4 anni fa. Ma ora si discuta

 ??  ?? Secondo round Da sinistra: Luciano Vescovi e Vincenzo Boccia, con i leader di Confindust­ria Venetocent­ro, Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco
Secondo round Da sinistra: Luciano Vescovi e Vincenzo Boccia, con i leader di Confindust­ria Venetocent­ro, Maria Cristina Piovesana e Massimo Finco

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