Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Da Monselice a Rubano si vota per scegliere 56 sindaci del Padovano
Al voto per 56 sindaci. La folla di contendenti a Cadoneghe e nel comune della Bassa
Stop alle chiacchiere. Oggi, nel Padovano, si vota non solo per dare un nuovo volto al Parlamento europeo, ma anche per rinnovare giunte e consigli di 56 Comuni della provincia. In proposito, ai 339 seggi sparsi dall’alta alla Bassa, sono chiamate quasi 291 mila persone, pari circa al 31% dell’intera popolazione del territorio. Le sfide più attese, a livello politico, sono quelle che riguardano i quattro centri più grandi. Cioè quelli con più di 15 mila abitanti dove, se nessun candidato oltrepasserà il 50% dei consensi, si terrà il ballottaggio tra due settimane, domenica 9 giugno. Stiamo parlando di Selvazzano, Monselice, Cadoneghe e Rubano.
A Selvazzano, dopo dieci anni da sindaco, si chiude l’era di Enoch Soranzo, già presidente della Provincia dal 2014 al 2018. E per succedergli, sono in lizza in quattro. La grande favorita, sostenuta dallo stesso Soranzo, è la 49enne Giovanna Rossi, assessore al Sociale uscente, a capo di un fronte trasversale più tendente a destra ma senza la Lega. Il Carroccio infatti, provando a sfruttare la concomitanza delle europee, punta sull’imprenditore Antonio Francon, 52 anni, già presidente dell’asd Ghosts Hockey Padova. In campo per il Pd, invece, c’è il 57enne Antonio Santamaria, segretario del circolo locale del partito e già assessore ai Lavori Pubblici dal 2004 al 2009, quando al governo del Comune c’era il centrosinistra con Paolo Fortin. Infine, in rappresentanza delle forze civiche a sinistra del Pd, ecco Vincenzo Vozza, 29 anni, dottorando al Bo in Studi Storicoreligiosi. Nessun candidato, quindi, per il M5S, ancora a caccia del suo primo sindaco nel Padovano.
Anche a Monselice, c’è un primo cittadino a fine corsa dopo due mandati consecutivi, ovvero il forzista Francesco Lunghi. E pure a Monselice, in pole position c’è un assessore uscente, cioè il delegato alla Cultura, Gianni Mamprin, berlusconiano di 53 anni, insegnante di Religione negli istituti superiori. All’ombra della Rocca, però, la concorrenza è molto più agguerrita. In partita, infatti, ci sono altri sei candidati: il pediatra 60enne Fabio Conte, già sindaco azzurro dal 1999 al 2009; un altro assessore uscente, ovvero quello allo Sport, l’avvocato 41enne Giorgia Bedin, portabandiera della Lega; il grillino 25enne Andrea Bernardini; il 65enne Sandro Giordani, espressione del Pd, dirigente della catena di supermercati Despar e cugino del primo cittadino di Padova, Sergio; e poi due indipendenti di centrosinistra, cioè l’avvocato 37enne Silvia Muttoni e l’ambientalista 55enne Paolo Masin. Anche a Cadoneghe c’è grande affollamento. E la vigilia, nella cosiddetta Stalingrado della provincia, è stata parecchio agitata. Tanto che la procura ha aperto un’inchiesta su alcune candidature «fantasma» inserite in più di qualche lista. I contendenti, comunque, sono sei: il sindaco uscente Michele Schiavo, 53enne del Pd; ben tre civici di centrosinistra, ovvero la 45enne Virginia Garato, il 48enne Giuseppe La Rosa e il 33enne Roberto Mairo; e poi il 32enne leghista Marco Schiesaro e il 52enne Nicola Longo per il M5S. A Rubano, infine, testa a testa tra il primo cittadino uscente Sabrina Doni, 44enne del Pd, e l’esponente del Carroccio, Marco Valerio Pedron, 60 anni, già a capo della vicina Mestrino dal 2008 al 2018, di recente accusato di aver «copiato e incollato» una parte del programma da quello del sindaco democratico di Biella, Marco Cavicchioli, pure lui oggi in cerca di conferma.