Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Prema, la scuderia che alleva campioni ci riprova: Shumi Jr

- Daniele Rea

Ha trentasei anni di storia alle spalle, non pochi ma nemmeno tantissimi. Però a guardare la bacheca colma di titoli e i piloti che si sono seduti al volante di una vettura «targata» Prema ben si capisce il posto che spetta alla squadra corse vicentina, che ha sede a Grisignano di Zocco, con i suoi capannoni con le zone di preparazio­ne dove tutto viene messo a punto per correre, gareggiare, ma soprattutt­o per vincere, come dicono i risultati. E dal primo Gran premio vinto in Formula 3 con Antonio Tamburini a Monaco, nel 1989, di acqua ne è passata sotti i ponti e pure di benzina nei motori. E ora la Prema può essere considerat­a la terza squadra corse italiana nel panorama mondiale, dopo Ferrari e Toro Rosso in Formula Uno. È la squadra più vincente in Europa nella Formula 3 e nelle Formula 4 tedesca e italiana, tanto per fare un esempio che non porti troppo lontano. In Formula 2, quindi a un passo dall’olimpo, vanta due titoli piloti e un titolo squadre. Insomma dal 1983, quando Angelo Rosin e Giorgio Piccolo decisero di entrare nel mondo delle corse automobili­stiche (la prima denominazi­one fu Prema Racing per arrivare dopo una decina di anni a Prema Powerteam), di strada ne è stata fatta parecchia, dal punto di vista dei successi ma anche del saper individuar­e i migliori talenti, farli crescere e creare piloti in grado di primeggiar­e anche in Formula Uno, tra i giganti della velocità. Qualche nome? A piacere. Antonio Tamburini, Ryan Briscoe, Robert Kubica, Esteban Ocon, Lance Stroll, Pierre Gasly, Jacques Villeneuve, Valtteri Bottas e, appunto, Charles Leclerc. Senza dimenticar­e il più clamoroso dei figli d’arte, quel Mick Shumacher che nel 2017, proprio con la Prema, vinse a Spa il suo primo Gran premio e tuttora gareggia in F2. Fatalità: quello di Spa è il primo Gp che vinse il padre Michael, quando aveva iniziato a prendere confidenza con quella Formula Uno che poi lo avrebbe incoronato tra i più grandi. Tant’è, la storia della Prema, come detto breve ma importante, si conferma come scuola di prima grandezza per aspiranti campioni. Perché il «saper fare» non si ferma alla preparazio­ne e alla messa a punto delle vetture, ma cura la preparazio­ne del pilota, per farlo crescere in tutti gli aspetti, compreso quello della preparazio­ne fisica che tutto è fuorché secondaria quando ci si mette alla guida di un bolide da gara. Il futuro, a Grisignano, è tutto da vivere. E sempre a tavoletta.

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