Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Gramigna, denuncia dei proprietari carte in procura per lo sgombero
Nell’area dell’ex torrefazione un progetto per due ristoranti: il Comune pronto a dire sì
Tempi rapidi. Gli attivisti del centro popolare Gramigna, che nella notte tra venerdì e sabato scorsi hanno occupato l’ex torrefazione del Caffè Vescovi tra via Vicenza e via Volturno, dovrebbero avere i «giorni contati». Ieri mattina, infatti, Barbara Sensi e il figlio Lorenzo Vescovi, proprietari dell’edificio dismesso ormai da quasi sei anni che si trova a due passi dall’hotel Milano, si sono presentati in questura e hanno sporto denuncia contro ignoti per «occupazione abusiva di immobile privato». E così gli agenti di piazzetta Palatucci, che hanno già quasi terminato l’identificazione di tutti gli occupanti dello stabile in zona Savonarola, gireranno a breve la pratica all’autorità giudiziaria che dovrebbe disporre lo sgombero dell’ex torrefazione. «Ora c’è una denuncia – ha confermato il prefetto Renato Franceschelli – e mi pare chiara la situazione di illegalità. Ma tocca alla procura della Repubblica valutare, decidere le azioni del caso e chi perseguire». E intanto, mentre ieri sera gli antagonisti del Gramigna hanno tenuto la «prima assemblea di gestione» all’interno dell’ex Vescovi (preparandosi al «presidio notturno»), l’assessore cittadino al Commercio, Antonio Bressa, ha fatto sapere che, proprio la scorsa settimana, sono ripresi i contatti tra il Comune e i proprietari dell’edificio in merito al progetto di riqualificazione.
Un progetto che, dando retta allo stesso Bressa, prevede l’apertura di due attività di ristorazione, con ingresso una da via Vicenza e l’altra da via Volturno. «Siamo ancora in una fase preliminare – ha specificato l’assessore – ma la signora Sensi e suo figlio Lorenzo mi hanno appunto confermato l’intenzione di avviare, quanto prima, il recupero dell’immobile che, come si sa, è chiuso e abbandonato dall’autunno del 2013. E il nostro parere, in proposito, è stato ovviamente positivo, dato che una doppia attività di ristorazione, in quella zona di Padova, non comporterebbe nessun consumo di suolo e, soprattutto, ridarebbe vita a uno stabile dismesso ormai da parecchio tempo». Bressa poi, al di là delle sue competenze da assessore, ha ribadito qual è la linea della giunta di Palazzo Moroni sull’occupazione del Gramigna: «Come ha già scandito il sindaco Sergio Giordani – ha ripetuto l’ex segretario cittadino del Pd – la legalità e il rispetto delle regole vengono, per noi, prima di tutto. E in questo senso, anche se l’immobile in questione non è di nostra proprietà, non mancheremo di essere a fianco del prefetto Franceschelli e delle forze dell’ordine per far sì che la situazione si risolva positivamente nel più breve tempo possibile». Una posizione dunque molto netta, come già il sindaco aveva rimarcato a caldo, di fronte ai prevedibili attacchi dell’opposizione di centrodestra (Lega, Lista Bitonci e Fratelli d’italia): «Le vostre strumentalizzazioni non mi spaventano. Da cittadino prim’ancora che da uomo delle istituzioni – aveva sostenuto Giordani - sono per la legalità e l’assoluto rispetto delle regole. Il blitz compiuto dal Gramigna non mi piace. E malgrado sull’edificio di cui stiamo parlando noi non abbiamo nessuna competenza, sicuramente non ci tireremo indietro se la proprietà e le forze dell’ordine domanderanno il nostro aiuto». Cosa che, par di capire, potrebbe accadere molto presto.
«La situazione di illegalità è chiara ora tocca ai magistrati valutare il caso»