Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
CONTE E IL GANCIO AL NORD
Via libera alle infrastrutture, taglio del cuneo fiscale, incentivi all’export. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha capito che non si può governare contro il Nord.
Così, nel suo discorso di (re)insediamento, eccolo strizzare l’occhio alle regioni (e perché no, ai governatori) all’opposizione, toccando temi per i quali il ceto economico-produttivo del vecchio e del nuovo triangolo industriale si batte da anni.
Per carità, ha ragione il governatore del Veneto Luca Zaia a chiedersi, ricorrendo anche al sarcasmo, dove il presidente del Consiglio troverà i soldi per mantenere tutte le promesse che ha fatto nel suo discorso alla Camera: «È diventato Babbo Natale»? Ma lo stesso Zaia farebbe bene ad avere un atteggiamento pragmatico e dialogante, dovrebbe andare a vedere le carte, sfidare realmente il neonato governo giallorosso alla prova dei fatti, perché alcuni punti programmatici sono assolutamente strategici per lo sviluppo del Veneto.
Tradotto, la partita non si gioca solamente sull’autonomia, obiettivo sacro e inviolabile, da raggiungere senza cedere di un millimetro («Il modello emiliano? Non firmeremo accordi al ribasso» ha detto Zaia nei giorni scorsi rispondendo alle cautele avanzate Boccia).
La verità è che l’autonomia non è la panacea di tutti i mali.
Eche nel momento in cui all’orizzonte torna a profilarsi lo spettro della recessione, con la frenata della Germania a mettere in difficoltà mezza Europa (e in specie il Nordest), le strategie di politica economica annunciate da Conte & Co. vanno prese molto su serio.
Di più, occorre lavorare affinché non rimangano un libro dei sogni.
Sul terreno delle infrastrutture e delle grandi opere, appare evidente il cambio di passo della neoministra in quota partito democratico Paola De Micheli, che si è già pronunciata in favore dell’alta Velocità, compresa la tratta Bresciapadova, rispetto al predecessore pentastellato Danilo Toninelli, l’uomo delle famigerate analisi costibenefici.
Ora bisognerà vedere se i Cinque Stelle asseconderanno questa svolta o torneranno ad arroccarsi sui no a priori. Il taglio del cuneo fiscale è un provvedimento richiesto all’unisono (e non da oggi) da sindacati e imprenditori di quest’area del Paese. Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, ha detto che andrebbe benissimo anche l’ipotesi di riversare i vantaggi interamente sul versante dei lavoratori. Significherebbero almeno cinque miliardi per il sostegno dei redditi medio-bassi, che si tradurrebbero in maggiori consumi.
Gli annunciati incentivi per l’export, infine, non possono che suonare come musica per il Veneto, forte di un fatturato estero di 63,3 miliardi di euro. A maggior ragione se il piano per il sostegno del made in Italy si inserirà in una ritrovata sintonia con l’europa e in particolare con Germania e Francia, nostri principali partner commerciali.
Insomma, va bene la battaglia per l’autonomia, sostenuta da due milioni e mezzo di sì al referendum dell’ottobre 2017. Ma le strade per costruire un Nordest più competitivo, attrattivo, internazionale, sono tante.
Meglio provare a percorrerle senza pregiudizi.