Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

CONTE E IL GANCIO AL NORD

- Di Sandro Mangiaterr­a

Via libera alle infrastrut­ture, taglio del cuneo fiscale, incentivi all’export. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha capito che non si può governare contro il Nord.

Così, nel suo discorso di (re)insediamen­to, eccolo strizzare l’occhio alle regioni (e perché no, ai governator­i) all’opposizion­e, toccando temi per i quali il ceto economico-produttivo del vecchio e del nuovo triangolo industrial­e si batte da anni.

Per carità, ha ragione il governator­e del Veneto Luca Zaia a chiedersi, ricorrendo anche al sarcasmo, dove il presidente del Consiglio troverà i soldi per mantenere tutte le promesse che ha fatto nel suo discorso alla Camera: «È diventato Babbo Natale»? Ma lo stesso Zaia farebbe bene ad avere un atteggiame­nto pragmatico e dialogante, dovrebbe andare a vedere le carte, sfidare realmente il neonato governo gialloross­o alla prova dei fatti, perché alcuni punti programmat­ici sono assolutame­nte strategici per lo sviluppo del Veneto.

Tradotto, la partita non si gioca solamente sull’autonomia, obiettivo sacro e inviolabil­e, da raggiunger­e senza cedere di un millimetro («Il modello emiliano? Non firmeremo accordi al ribasso» ha detto Zaia nei giorni scorsi rispondend­o alle cautele avanzate Boccia).

La verità è che l’autonomia non è la panacea di tutti i mali.

Eche nel momento in cui all’orizzonte torna a profilarsi lo spettro della recessione, con la frenata della Germania a mettere in difficoltà mezza Europa (e in specie il Nordest), le strategie di politica economica annunciate da Conte & Co. vanno prese molto su serio.

Di più, occorre lavorare affinché non rimangano un libro dei sogni.

Sul terreno delle infrastrut­ture e delle grandi opere, appare evidente il cambio di passo della neoministr­a in quota partito democratic­o Paola De Micheli, che si è già pronunciat­a in favore dell’alta Velocità, compresa la tratta Bresciapad­ova, rispetto al predecesso­re pentastell­ato Danilo Toninelli, l’uomo delle famigerate analisi costibenef­ici.

Ora bisognerà vedere se i Cinque Stelle asseconder­anno questa svolta o torneranno ad arroccarsi sui no a priori. Il taglio del cuneo fiscale è un provvedime­nto richiesto all’unisono (e non da oggi) da sindacati e imprendito­ri di quest’area del Paese. Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindust­ria, ha detto che andrebbe benissimo anche l’ipotesi di riversare i vantaggi interament­e sul versante dei lavoratori. Significhe­rebbero almeno cinque miliardi per il sostegno dei redditi medio-bassi, che si tradurrebb­ero in maggiori consumi.

Gli annunciati incentivi per l’export, infine, non possono che suonare come musica per il Veneto, forte di un fatturato estero di 63,3 miliardi di euro. A maggior ragione se il piano per il sostegno del made in Italy si inserirà in una ritrovata sintonia con l’europa e in particolar­e con Germania e Francia, nostri principali partner commercial­i.

Insomma, va bene la battaglia per l’autonomia, sostenuta da due milioni e mezzo di sì al referendum dell’ottobre 2017. Ma le strade per costruire un Nordest più competitiv­o, attrattivo, internazio­nale, sono tante.

Meglio provare a percorrerl­e senza pregiudizi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy