Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Migranti, pratiche verso l’azzeramento
L’iniziativa, ha spiegato la presidente della Corte d’appello di Venezia Ines Maria Luisa Marini, ha funzionato: «Prendiamo il contenzioso legato all’immigrazione: era molto gravoso per la Corte, rappresentava il 25% di tutte le sopravvenienze civili e il 60% di quelle della sezione dedicata. Parliamo di circa 2 mila procedimenti, che non sarebbero stati definiti prima del 2023. Grazie al progetto avviato ad aprile insieme alla Regione, che ci ha offerto personale di supporto, sarà possibile chiuderli per febbraio 2020. Con un duplice risultato: chi non ha il diritto di restare in Italia, dovrà andarsene; chi invece ne ha diritto, potrà finalmente vederselo riconosciuto e stabilirsi qui. Ci sono persone che attendono da 2015». È, questo, un esempio concreto degli obiettivi raggiunti grazie al «Progetto di miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni del sistema di giustizia civile» finanziato dalla Regione Veneto con 3 milioni presi dal Fondo Sociale Europeo. «Tribunali che funzionano significa giustizia, competitività, qualità della vita - ha detto il governatore Luca Zaia siamo intervenuti su 15 uffici giudiziari, coinvolgendo oltre 700 unità di personale, di cui 85 magistrati, con 190 interventi progettuali e 300 interventi formativi». Dei 3 milioni in questione, 1,2 milioni saranno utilizzati per impiegare nei tribunali, per due anni, un centinaio di «lavoratori ad impatto sociale», a supporto delle cancellerie. I restanti 1,8 milioni sono invece stati impiegati su quattro fronti, come ha spiegato Marini: «Un organizzazione più efficace, grazie alla collaborazione di Kpmg e Pricewaterhousecoopers, che ci hanno consigliato, ad esempio, di migliorare la digitalizzazione, riducendo il processo cartaceo che specie con le pubbliche amministrazioni, dal ministero dell’istruzione all’inps, è all’origine di un notevole dispendio di energie; in tal senso, il 17 settembre stipuleremo un accordo con le Usl che dovrebbe permetterci di accorciare i tempi. Il secondo fronte è il processo telematico e il ricorso alle nuove tecnologie: grazie al telelavoro, ad esempio, abbiamo azzerato i ritardi nelle iscrizioni delle cause penali, che erano uno dei principali motivi di estinzione per prescrizione; un’iniziativa apprezzata dal Csm, che vuole estenderla ad altre Corti d’appello». Il terzo fronte, ha continuato la presidente, è il rapporto con gli stakeholder, a cominciare dalle imprese: «In questo caso abbiamo realizzato un bilancio sociale ed una guida ai servizi che con termini semplici e concetti essenziali spiegano chiaramente compiti, funzionamento, costi e servizi della Corte». Infine, le competenze tecniche, per migliorare l’efficienza degli uffici.
«La situazione della Corte resta comunque molto critica - ha concluso Marini - abbiamo 50 consiglieri ma dovrebbero essere 69. Abbiamo 247 iscrizioni per magistrato contro le 179 di media in Italia. E 28 mila fascicoli pendenti: per smaltirli tutti ci vorrebbero 2 anni e mezzo, senza alcuna nuova iscrizione».