Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Metalmeccanici a scuola di rivoluzione digitale «Li prepariamo al 4.0»
Industria 4.0, Internet delle cose, digitalizzazione spinta per allinearsi al mondo e rimanere competitivi. Ma tutto questo con operai che, a volte, non sanno nemmeno come prelevare dal portale dell’azienda la propria busta paga, interagire con l’inps, controllare il proprio conto in banca o, addirittura, inviare una e-mail.
Qualcosa non funziona, si sono detti in un incontro di fine luglio i segretari di Fiom, Fim e Uilm (i sindacati dei metalmeccanici) e Paolo Gubitta, professore di organizzazione aziendale all’università di Padova. Non è un quadro compatibile con la necessità, già attuale in numerose aziende, di governare le lavorazioni attraverso un tablet e, fuori dalla fabbrica, con l’urgenza di accedere senza rischi di esclusione a quella «cittadinanza digitale» imprescindibile nella società di questo secolo. Da qui è stato messo nero su bianco un progetto di «alfabetizzazione digitale per i lavoratori», che trova il suo primo utile ingranaggio nello stesso Contratto nazionale dei metalmeccanici, in cui si introduce il diritto alla formazione per ogni dipendente, a prescindere dalla mansione, tradotto in 24 ore di corso nel triennio.
E c’è già un’azienda-test in cui questo sta avvenendo. Si tratta della Ocsa di Crocetta del Montello (Gruppo Gabrielli, siderurgia) in cui un primo pacchetto di 24 lavoratori, sui 185 totali, ha seguito il corso. «Lo spunto è arrivato in un momento di calo della produzione – spiega Daniele De Paoli, Rsu di Ocsa – quando abbiamo chiesto che le eventuali ferie fossero convertite in tempo per il corso. Siamo tutti molto soddisfatti, sia chi partiva da zero sia altri colleghi che qualche infarinatura di informatica ce l’avevano». «È un’esperienza che ripeteremo – assicura l’amministratore delegato, Sergio Dal Pio – e credo che questo avverrà anche in altre aziende del gruppo. Abbiamo già un portale per gestire le buste paga e per prenotare la mensa, ma dare per scontato che tutti abbiano dimestichezza con il web a volte è un errore. Siamo soddisfatti – conclude - di aver colto l’occasione per consentire ai nostri collaboratori di migliorare anche la loro vita quotidiana attraverso l’uso di strumenti digitali ormai comuni». Mauro Zulian, della Fim Cisl Treviso-belluno, sottolinea il risultato di vedere «la diffidenza di vari lavoratori trasformarsi in abilità via via crescenti. Quelli meno abituati, nei corsi si sono quasi dimostrati i più attivi ed entusiasti. Stiamo pensando a una piattaforma più specifica, per il personale impiegatizio».
Naturalmente l’esperienza non dev’essere letta come pura filantropia. «È un laboratorio a Nordest ed è anche un modo per le aziende più illuminate – fa notare Gubitta - di assumersi una responsabilità sociale, facendosi carico di una formazione che lo Stato non è in grado di dare. Ma anche di creare una riserva di competenze all’interno delle imprese stesse, utili nel momento in cui le linee di produzione dovessero diventare 4.0».
Per la diffusione del progetto fra le imprese venete sarà coinvolto Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Potenzialmente l’iniziativa diverrebbe così alla portata di 170 mila lavoratori in oltre 5 mila aziende della regione.