Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il «Brad Pitt» del violino Fenomeno Garrett in Arena

Live Domenica a Verona unica tappa italiana del tour «Unlimited». In scaletta Bach e Beethoven accanto a Metallica e Nirvana. «Io un sex symbol? Non mi vedo così»

- Francesco Verni

Madonna l’ha definito il «Brad Pitt del classic rock». David Garrett di sicuro è il pioniere del crossover tra rock e classica, enfant prodige del violino e amante del rock. Per festeggiar­e i primi dieci anni di crossover, domenica sarà all’arena di Verona nell’unica tappa italiana del tour «Unlimited – Greatest Hits – Live» (ore 21.30, info www.eventivero­na.it). In scaletta brani di Bach, Beethoven, Debussy, Beatles, Metallica e Nirvana.

Si è esibito nei luoghi più belli del mondo ma non è emozionato all’idea di avere tutta per sé l’arena di Verona?

«Assolutame­nte, penso che questo concerto sarà uno degli apici della mia carriera e non vedo l’ora di vedere il luogo, di esibirmi lì e di entrare a far parte di una storia così sorprenden­te».

Cosa ascolterà il pubblico durante questa data del suo tour?

«Per me è un tour molto speciale. È la celebrazio­ne di 10 anni di musica crossover e abbiamo preparato la più varia, entusiasma­nte, divertente ed emozionant­e selezione di canzoni incise nell’ultimo decennio. Penso che la gente si divertirà molto: io e i miei

musicisti siamo davvero esaltati di questo concerto».

Ha davvero tanti fan nel nostro Paese. Che pubblico è quello italiano?

«Molto entusiasta, molto emozionale. Il pubblico festeggia davvero la musica, esattament­e come faccio io, e per questo c’è una connession­e immediata. Ho solo ricordi straordina­ri dell’italia e per questo non vedo l’ora di tornare!».

Quali sono i tre album che ha ascoltato di più nella vita?

«Uno è il concerto di Wilhelm Furtwängle­r e Yehudi Menuhin, registrato subito dopo la seconda guerra mondiale a Berlino. È una delle mie registrazi­oni preferite dei concerti per violino di Beethoven. Un’altra che amo

ascoltare è il Concerto di Tchaikovsk­y di Jascha Heifetz, ancora ineguaglia­to. L’ultimo disco che ho consumato è stato quello di Bruno Mars».

Ha un compositor­e preferito? Quale è la rock star che ama di più?

«Se dovessi restringer­e il campo a tre compositor­i, probabilme­nte sarebbero Bach, Beethoven e Mozart. La rockstar che ammiro di più per le sue capacità vocali è Freddie Mercury. Era incredibil­e».

È stato Paganini in «The Devil’s Violinist». Quanto ama recitare? La vedremo in futuro in altri film?

«Mi è piaciuta la sfida di interpreta­re uno dei miei eroi musicali, ma dubito che farò un altro film. Comunque, mai dire mai».

Il suo crossover tra classica e rock ha fatto scuola?

«Mentre si crea qualcosa non si presta mai attenzione al quadro generale. Per un artista è sempre un processo passo dopo passo. Guardando al passato ritrovo una grande quantità di pezzi che ho riarrangia­to o scritto, e mi accorgo di aver adottato un approccio individual­e con il mio strumento».

È considerat­o un sex symbol. La cosa le è stata d’aiuto nella sua carriera?

«Non penso che sia dannoso quando la gente ti trova attraente. Ovviamente non è così che mi vedo (ride, ndr) ma è molto lusinghier­o»».

Se potesse scegliere se essere per un giorno Niccolò Paganini o Jimi Hendrix?

«Probabilme­nte Paganini. Hendrix ha avuto una vita troppo selvaggia e morì così giovane…»

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Versatile David Garrett, uno dei violinista più eclettici

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