Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Salmonella in città e a San Martino Non più a Rosolina dove si può irrigare

- Na. Cel.

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Regione in campo Gli interventi contro il batterio saranno coordinati da Venezia

Il batterio della salmonella c’è ancora nel capoluogo e a San Martino di Venezze. Nessuna presenza del microrgani­smo invece a Rosolina. A parlare chiaro gli esiti dei campioname­nti consegnati da Arpav Venezia (Agenzia regionale prevenzion­e e protezione ambientale del Veneto) all’usl 5 «Polesana».

E intanto le operazioni anti-salmonella, la cui presenza è stata rilevata a fine agosto ad Anguillara, nella Bassa Padovana, col contagio dell’acqua del fiume Adige anche nei comuni confinanti del Polesine, sarà coordinata da un tavolo regionale per evitare disfunzion­i, mancanza di coordiname­nto e attività slegate di strutture sanitarie, enti di controllo e ambientali. Così ha stabilito nei giorni scorsi la Regione Veneto per creare uniformità negli interventi da adottare per la salute pubblica e dopo le polemiche nel ritardo delle segnalazio­ni ai cittadini da parte delle autorità competenti.

In quanto ai nuovi esami, Arpav ha rilevato la presenza della salmonella nei canali irrigui gestiti dal Consorzio di bonifica «Adige Po» a Rovigo all’altezza delle prese Cantonazzo 1 e Ca’ Matte Boara Polesine mentre a San Martino di Venezze nell’impianto Ca’ Soranzo. Gli esiti sono stati comunicati ai sindaci dei Comuni.

Per quanto riguarda Rovigo e San Martino di Venezze, in attesa di ulteriori analisi nei punti risultati positivi, è stato suggerito il mantenimen­to in vigore del divieto d’irrigazion­e con le acque derivanti dall’adige dei prodotti agricoli destinati a essere consumati crudi (frutta e verdura). Invece a Rosolina si ritiene possa essere revocato da parte del sindaco l’analogo provvedime­nto emanato lo scorso 5 settembre.

Le tracce del batterio, nei giorni scorsi, hanno portato all’emanazione di ordinanze di divieto d’irrigazion­e in diversi Comuni delle province di Rovigo, Padova e Venezia. Scelte prese singolarme­nte e con tempi sfasati. Da ultimo lo stop all’irrigazion­e è stato deciso martedì anche dal Comune di Adria.

L’usl 5 ribadisce le raccomanda­zioni trasmesse a tutti i sindaci: «Per i prodotti agricoli destinati a consumarsi crudi come frutta e verdura, coltivati nei terreni irrigati con acqua provenient­e dal fiume Adige, come da buona prassi igienico-sanitaria, si ritiene necessario sensibiliz­zare la popolazion­e affinché prima del consumo i prodotti alimentari vengano accuratame­nte lavati con acqua potabile».

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