Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il partito a un bivio

Nuovo partito di Renzi i fedelissim­i veneti restano «freddi»

- Bonet

Renzi pronto a fondare il nuovo partito, chi lo seguirà in Veneto? Tra gli elettori si vedrà, tra i dirigenti del partito c’è fermento ma anche un po’ di preoccupaz­ione per quello che potrebbe rivelarsi un salto nel buio. E così i dem veneti restano freddi anche se a queste latitudini Renzi riscuoteva ottimi consensi.

Dopo le polemiche, arriva l’esposto. La «notitia criminis», ovvero, il supposto reato: vilipendio al Presidente della Repubblica. Il presunto colpevole: l’onorevole leghista Vito Comencini. Dal palco di Pontida, sabato, il giovane deputato veronese se n’era uscito con queste parole: «Mattarella mi fa schifo. Mi fa schifo chi non tiene conto del voto del 34 per cento degli italiani». Parole che non sono passate inosservat­e. Nelle ore successive la pioggia di critiche, soprattutt­o da ambienti del Partito democratic­o, dove sono perfino arrivate delle richieste di dimissioni. Ieri mattina, il seguito in procura. Questa volta l’iniziativa è di un volto storico della sinistra veronese, Mao Valpiana, esponente del Movimento Non Violento. «Ho depositato alla Procura della Repubblica, sezione polizia giudiziari­a – ha annunciato Valpiana – un esposto nei confronti di Comencini, per vilipendio al Capo dello Stato». E il diretto interessat­o? «Vedremo se le mie parole saranno valutate un reato» è il commento che arriva da Comencini. «Resto convinto che sia diritto di ogni cittadino criticare i propri rappresent­anti politici, capo dello Stato incluso». Ma riguardo alle parole usate fa un passo indietro, citando Matteo Salvini che ha parlato di «tono sbagliato». «Certo, si poteva dire in un altro modo – afferma – mi sono fatto prendere dalla foga del momento. Resta il tema, importanti­ssimo, delle scelte effettuate anche dal Quirinale nelle ultime settimane. Era giusto dare la parola agli elettori, tornare al voto». Comencini, che è anche consiglier­e comunale, potrebbe essere chiamato a rispondere del caso anche in comune. (d.o.)

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