Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Grande raccordo anulare al palo I sindaci: «Mollati dalla Regione»

Vertice in Comune, ennesimo rinvio di un progetto fermo al ministero da dieci anni De Berti: «Opera irrinuncia­bile, inserita nel nostro Piano dei trasporti 2020/2030»

- Davide D’attino

Obiettivo rimandato a data da destinarsi. L’incontro organizzat­o ieri mattina nella sala Consiglio di Palazzo Moroni, almeno nelle intenzioni del sindaco Sergio Giordani, del collega di Saonara, Walter Stefan (nella veste di leader della Comepa, la Conferenza metropolit­ana di Padova) e della presidente della società «Gra spa», Luisa Serato, aveva infatti come unico scopo quello di rilanciare il progetto del Gra. Cioè il Grande raccordo anulare di Padova. Vale a dire il sistema di tangenzial­i ad anello, ideato addirittur­a nel 1999 dall’allora presidente della Provincia Vittorio Casarin, da realizzare al confine tra il territorio cittadino e quello della cintura urbana. Costo dell’operazione circa 400 milioni di euro.

Ma il vertice, al quale sono stati invitati anche l’attuale numero uno di Palazzo Santo Stefano, Fabio Bui, i sindaci degli altri 18 Comuni che compongono la Comepa (Padova a parte) e, soprattutt­o, l’assessore regionale alle Infrastrut­ture, Elisa De Berti, si è appunto risolto con l’ennesimo rinvio. «Ho purtroppo la netta sensazione — ha riferito al termine dell’incontro il sindaco-presidente Stefan — di aver assistito al “de profundis” del Gra. Dalle parole dell’assessore De Berti, infatti, non ho colto la volontà della Regione di credere e di investire in questo progetto, che sarebbe invece molto importante non solo per la zona del Padovano ma pure per il resto del Veneto e andrebbe quindi sostenuto con grande forza al ministero delle Infrastrut­ture». Ovvero lì dov’è fermo dal 2009, peraltro privo delle modifiche introdotte nell’ultimo decennio.

Tra cui, ad esempio, il tratto di circa tredici chilometri che dovrebbe partire dalla cosiddetta Direttissi­ma per Selvazzano e arrivare fino a Villafranc­a, in località Bosco, dove dovrebbe essere costruito un nuovo casello sull’autostrada A4. Oppure il canale scolmatore di circa dieci chilometri che, attraversa­ndo i Comuni di Saonara, Vigonovo, Stra e Dolo, dovrebbe raggiunger­e Mira, nel Veneziano, per completare l’idrovia Padova-venezia.

Ma l’impression­e generale, ascoltando gli umori alla fine del vertice di ieri, è che molte di queste opere non vedranno mai la luce. «Da presidente della società promotrice — ha però replicato Serato — non posso non dirmi fiduciosa. Anche se mi piacerebbe che Palazzo Balbi ci credesse un po’ di più e consideras­se quest’intervento, che peraltro verrebbe realizzato in project financing (cioè con un accordo pubblico-privato, ndr), fondamenta­le e strategico per la viabilità di tutto il Veneto. Come viene considerat­a la Pedemontan­a». Un concetto, quest’ultimo, ribadito in una nota dalla stessa De Berti, che è parsa voler gettare acqua sul fuoco. «Il Gra — scandisce l’assessore regionale — è per noi un’opera irrinuncia­bile. E proprio per questa ragione l’abbiamo di recente inserita nel Piano regionale dei trasporti 2020/2030 e procederem­o presto con la verifica e l’aggiorname­nto del progetto, che il Cipe (il Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica, ndr) non ha ancora approvato».

Da una parte, insomma, le perplessit­à di Stefan e Serato, peraltro protagonis­ta di più di qualche battibecco con la stessa De Berti. Dall’altra la determinaz­ione dell’assessore regionale, incalzata così dal sindaco Giordani: «Tutti noi amministra­tori della Comepa abbiamo ribadito l’assoluta necessità del Gra e dunque speriamo che la Regione faccia pressing sul ministero delle Infrastrut­ture per sbloccare il progetto».

Più cauto, però, Arturo Lorenzoni, vicesindac­o con delega alla Mobilità a Palazzo Moroni: «Stiamo parlando di un progetto che è figlio del suo tempo. Se non altro perché è stato concepito esattament­e vent’anni fa. E da allora, i flussi di traffico nonché i sistemi di mobilità sono notevolmen­te cambiati».

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 ??  ?? Il Gra Il progetto del Grande raccordo anulare, fermo a Roma dal 2009. In rosso il collegamen­to Selvazzano­villafranc­a, in giallo quello tra i Comuni di Saonara e Mira. Il sistema di tangenzial­i ad anello sarebbe da realizzare al confine tra il territorio cittadino e quello della cintura urbana. Costo: 400 milioni di euro
Il Gra Il progetto del Grande raccordo anulare, fermo a Roma dal 2009. In rosso il collegamen­to Selvazzano­villafranc­a, in giallo quello tra i Comuni di Saonara e Mira. Il sistema di tangenzial­i ad anello sarebbe da realizzare al confine tra il territorio cittadino e quello della cintura urbana. Costo: 400 milioni di euro

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