Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Quattro condanne (e un assolto) per la Tangentopo­li delle Terme

Agli imprendito­ri Guerrato 4 anni, 2 all’ex consiglier­e di Abano Pegoraro

- Andrea Pistore

Quattro condanne e un’assoluzion­e: il processo sulla cosiddetta «tangentopo­li delle Terme» si è concluso ieri, davanti al tribunale collegiale di Padova, presieduto dalla giudice Maria Ventura, che ha pronunciat­o la sentenza di primo grado.

A giudizio c’era un «sistema»: quello che, secondo l’accusa, avrebbe visto alcuni esponenti della giunta comunale, guidata dall’ex sindaco Luca Claudio, sollecitar­e alle imprese il versamento di una tangente per l’aggiudicaz­ione dei lavori relativi all’illuminazi­one pubblica. Stando alle indagini, coordinate dal pm Federica Baccaglini, i titolari della Guerrato spa di Rovigo - importante azienda del settore dell’impiantist­ica, la cui maggioranz­a è stata nel frattempo acquisita da un gruppo abruzzese - avrebbero ottenuto un appalto da 15 milioni di euro per gli impianti del Comune di Montegrott­o, in cambio di 120 mila euro elargiti ai sindaci di Abano e Montegrott­o. La Ayes di Bergamo, invece, aveva avuto contatti con il settore tecnico del Comune aponense per l’aggiudicaz­ione di altri lavori, sempre nel campo dell’illuminazi­one pubblica.

Ieri pomeriggio Giuseppe Biava, 52 anni, titolare di Aesys Spa, è stato condannato a 10 mesi di reclusione. Pene decisament­e più severe per i Guerrato, padre e figlio: sono stati condannati a 4 anni sia

Assolto Non colpevole l’ex titolare dell’ufficio tecnico del municipio di Abano, Greggio

Luciano che Saverio, 84 anni il primo, 56 il secondo. Una condanna a due anni è arrivata anche per Ermanno Pegoraro, ex consiglier­e comunale di Abano, 48 anni, che all’epoca dei fatti aveva la delega ai lavori pubblici. È stato infine assolto Patrizio Greggio, 69 anni, ex responsabi­le dell’ufficio tecnico del Comune di Abano Terme. Tutti erano stati accusati, a vario titolo, di induzione indebita, turbativa d’asta e corruzione.

L’ex sindaco Luca Claudio, l’imputato principale, aveva chiesto e ottenuto un patteggiam­ento. Ora i Comuni di Abano e Montegrott­o, che si erano costituiti parte civile, riceverann­o un risarcimen­to per il danno di immagine patito: Biava per ora dovrà versare al Comune di Abano 20mila euro, in seguito una causa civile stabilirà l’esatto ammontare del danno e del conseguent­e risarcimen­to. Identica sorte per i Guerrato, che dovranno subito liquidare l’amministra­zione di Montegrott­o con 80mila euro. «Si tratta di una grande vittoria per il nostro Comune che, grazie al lavoro dei legali dello studio De Benedetti, è riuscito a dimostrare l’illiceità dell’appalto», tira le somme Riccardo Mortandell­o, sindaco di Montegrott­o. «La sentenza non dà conto della assoluta regolarità della gara - spiega l’avvocato Fabio Pinelli, difensore dei Guerrato-, singolare che il Tribunale non abbia tenuto conto delle molteplici pronunce precedenti, che hanno descritto Luca Claudio autore non di corruzioni in accordo con gli imprendito­ri ma di concussion­i in loro danno».

I danni

Gli imputati dovranno risarcire ai Comuni il danno all’’immagine

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Mazzette in municipio Un’auto della Finanza davanti al Comune di Abano

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