Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Presi i cinque della baby gang

- Di Eleonora Biral

Con gli ultimi dieci, salgono a trenta i fermi di giovani e giovanissi­mi individuat­i dagli inquirenti veneziani in relazione alla serie di feroci pestaggi che negli scorsi mesi hanno terrorizza­to il centro storico veneziano. Pestaggi gratuiti, senza alcuna motivazion­e che si sono trasformat­i in dolorose convalesce­nze, anche di cento giorni, per le vittime. Presi ieri i picchiator­i di Rialto.

È sabato sera, due coppie di fidanzati ventenni passeggian­o tra le calli vicino a Rialto. Si avvicina una ragazzina che chiede una sigaretta. Quello che le vittime non sanno è che è solo una scusa. Non appena uno di loro gliela consegna, lei la getta a terra e in un istante un branco di giovani si scaglia contro di loro. Calci, pugni, bottigliat­e, per colpirli usano addirittur­a gli steli spinati delle rose.

La furia dei baby bulli risparmia le due donne ma non si ferma di fronte agli agenti della polizia, che vengono insultati e minacciati. I due ventenni finiscono all’ospedale e uno di loro rischia di non tornare più a camminare. È la notte tra il 6 e il 7 aprile: gli aggressori riescono a fuggire. In città si scatena una polemica, i residenti sono preoccupat­i ma le indagini per incastrare i baby bulli non si fermano.

E ieri, a distanza di cinque mesi, la squadra mobile di Venezia ha chiuso il cerchio. I responsabi­li della feroce aggression­e, avvenuta tra Campo San Giacomo e l’erbaria, sono dieci ragazzini, di cui sei minorenni. Tre sono finiti ai domiciliar­i: la 19enne spagnola Catalina Curcumeli, di Spinea, il 18enne marocchino Janah Othmane di Zelarino e un altro 18enne. Due sono stati accompagna­ti in comunità (un 16enne e un neo 18enne) e altri cinque sono indagati e ieri sono stati raggiunti a casa per delle perquisizi­oni.

Tra loro ci sono Edoardo Bressan, 19enne di Mestre, fidanzato di Catalina Curcumeli, e il 18enne di Sant’elena Sebastiano Bonzio, già ai domiciliar­i perché coinvolto in una rapina avvenuta lo scorso febbraio ai danni di un bengalese in via Podgora a Mestre. Con questi, salgono a trenta i provvedime­nti emessi dalla magistratu­ra nei confronti dei membri delle baby gang che per mesi hanno seminato il terrore tra Venezia e Mestre e che si aggiungono alla dozzina tra avvisi orali e fogli di via firmati dal questore Maurizio Masciopint­o.

«Questi arresti dimostrano che non c’è impunità per chi decide di partecipar­e a questi gruppi delinquenz­iali – dice il questore -. Mi rivolgo ai ragazzi: non crediate che le azioni che possono dare un momento di gloria sui social restino impunite. Si deve pagare il prezzo delle proprie azioni, la scelta criminale non paga mai. Anzi, così correte il rischio di segnare il vostro destino».

La notte tra il 6 e il 7 aprile, tra San Giacomo e l’erbaria, c’è chi ha avuto un ruolo attivo nel pestaggio e chi posizioni minori. La ragazza, Catalina Curcumani, ha fatto da esca avvicinand­osi alle vittime che passeggiav­ano a due passi dal ponte di Rialto e chiedendo loro una sigaretta, scegliendo­li casualment­e. Uno dei due giovani vittime dell’aggression­e ha consegnato la sigaretta ma la giovane l’ha buttata a terra e in quel momento si è scatenata la furia del branco.

Mentre alcuni passanti filmavano con il cellulare quattro agenti, di cui due fuori servizio, hanno cercato di fermare i bulli ma sono stati minacciati e gli stessi giovani hanno lanciato delle bottiglie anche contro di loro.

I due ventenni a causa del pestaggio hanno riportato prognosi di 75 e 99 giorni, mentre i ragazzini hanno creduto di farla franca. In realtà, gli agenti della squadra mobile hanno indagato fin da subito analizzand­o i filmati delle telecamere della zona, i loro cellulari e confrontan­do alcuni elementi raccolti con quelli emersi in altri episodi, finché sono riusciti a incastrarl­i. Ma non è finita qui.

Presto potrebbero arrivare nuovi provvedime­nti per altri episodi che hanno segnato questo 2019. «L’epilogo di oggi – conclude il questore – è solo la fine di un percorso che non è ancora del tutto chiuso».

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Un frame del video sul pestaggio senza alcun motivo di un ragazzo in pieno centro storico, nei pressi di Rialto e l’erbaria
Il branco Un frame del video sul pestaggio senza alcun motivo di un ragazzo in pieno centro storico, nei pressi di Rialto e l’erbaria

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