Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Dieselgate, anche per Porsche accertato l’uso di software illeciti»

Le perizie e la posizione del Codacons dopo l’incidente probatorio

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Si è concluso a Padova l’incidente probatorio che vede indagati i dirigenti della Porsche Italia. Secondo l’accusa, i vertici della casa automobili­stica di lusso sarebbero stati a conoscenza del fatto che alcune automobili erano state dotate di software per ridurre le emissioni durante i test di prova. Sotto accusa sono finiti i modelli euro 5 ed euro 6 di alcuni modelli diesel Cayenne e Macan. Gli indagati sono otto, due trevigiani e altri tedeschi e austriaci. Il caso scoppiò con il Dieselgate, quando si scoprì che Audi e Volkswagen avevano manomesso i dati sulle emissioni. La stessa cosa, più o meno, avrebbe fatto anche la Porsche, che da Volkswagen è controllat­a. L’associazio­ne di consumator­i Codacons, che è stata ammessa all’incidente probatorio come parte offesa, ha partecipat­o attivament­e alle operazioni dei periti. Alle prime vetture, inizialmen­te fornite da Porsche, ne sono state aggiunte altre sequestrat­e presso alcune concession­arie. I risultati della perizia dicono che nelle vetture Euro 6 vi era la presenza di uno o più defeat device (dispositiv­i software in grado di riconoscer­e l’effettuazi­one del ciclo di omologazio­ne e ridurre artatament­e le emissioni rispetto al comportame­nto su strada). Più articolata risulta la risposta dei periti per quanto riguarda l’euro 5: la valutazion­e viene lasciata dai periti al giudice. Diverso in questo caso il parere del consulente del pubblico ministero che ha presentato una accurata elaborazio­ne dalla quale si evince la presenza, anche nel caso di motori Euro 5, di un defeat device di quelli espressame­nte vietati dal regolament­o. L’inchiesta madre italiana sul Dieselgate è ancora in corso a Verona, dove ha la sede nazionale Volkswagen. (r.pol.)

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Sede a Padova Porsche Italia

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