Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il concerto

Casellati dirige alla Fenice la farsa comica di Rossini

- Camilla Gargioni

Giochi, equivoci, nozze segrete, gelosie d’amore. Va in scena domani al teatro La Fenice di Venezia «La scala di seta» di Gioachino Rossini, penultimo titolo della stagione Lirica e Balletto (ore 19, www.teatrolafe­nice.it). Composta su libretto in un atto di Giuseppe Foppa, la farsa comica sarà riproposta nella regia di Bepi Morassi, allestita per la prima volta alla Fenice dopo il debutto nel gennaio 2014 al Malibran nell’ambito del progetto «Atelier della Fenice al Teatro Malibran».

A dirigere l’orchestra il maestro Alvise Casellati, già apprezzato nel «Signor Bruschino». Poi quattro repliche: il 26 e 28 settembre e il 2 e 8 ottobre.

Maestro Casellati, come descrive «La scala di seta»?

«È una perla di rara bellezza. Nonostante Rossini fosse molto giovane, esprime già complessit­à musicale e intelligen­za artistica a livello altissimo, di cui si percepisco­no gli influssi mozartiani. Fa parte di un ciclo di sei opere composto per il teatro San Moisè, che distava appena cinque minuti a piedi dalla Fenice. Dirigerla dove Rossini l’ha concepita è emozionant­e»

Rossini parla a noi contempora­nei? «Sì, questa storia in cui a essere l’amante è il marito è incredibil­mente moderna, oltre che divertente. La regia di Morassi rende tutto ancora più frizzante, per questo mi sono impegnato nel dare a mia volta brillantez­za accentuand­o la melodicità e l’espressivi­tà tra accelerati e rubati».

Qual è il suo rapporto con la Fenice?

«Alvise è un nome veneziano, così come il mio cognome. Sono padovano di nascita, ma la Fenice è il tempio della musica: anche solo camminarci dentro è emozionant­e, essere direttore d’orchestra ancora di più. La prima volta ho diretto il concerto per i 150 anni dell’unità d’italia nel 2011, poi diverse opere. Già

per il 2020, in ambito rossiniano è in programma “La cambiale di matrimonio”, la prima delle sei farse che compose a soli 18 anni».

Il suo rapporto con la musica?

«La musica è il leitmotiv della mia vita, ho cominciato a studiare violino a nove anni. Una tradizione familiare poi quella di avere un diploma in uno strumento musicale e una laurea. Inizialmen­te ho dato priorità ai miei studi legali, ma la musica mi ha sempre seguito. Mi sono specializz­ato in diritto d’autore, poi ho iniziato la mia carriera a New York cercando sempre di inseguire l’arte. Fino a che non mi è bastato più ».

Quando ha capito di voler diventare direttore d’orchestra?

«Ero al mio ottavo anno di armonia e dovevo analizzare “Jupiter”, la sinfonia n°41 di Mozart. Quel compito mi diede una tale soddisfazi­one che pensai che diventare direttore d’orchestra sarebbe stato il mio lavoro ideale».

Con il progetto «Opera italiana is in the air» a New York ha avvicinato i più giovani all’opera

«Porterò lo stesso progetto anche in Italia, partendo dal sud. Il mondo dell’opera qui ha bisogno di essere comunicato: deve passare il messaggio che la musica classica non è mai fuori moda e che l’opera è stata concepita in origine come una pop-music, può essere capita da tutti».

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Il maestro Alvise Casellati sul palco. Ha lasciato la profession­e di avvocato per la musica
Talento Il maestro Alvise Casellati sul palco. Ha lasciato la profession­e di avvocato per la musica

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