Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«L’alta velocità è la prima causa» Si indaga su traiettoria e sicurezza
Il presidente della Federazione: «Avremmo voluto regole più rigide ma le decide Montecarlo»
«E’ un incidente causato sicuramente dall’alta velocità, anche se si trattava di piloti esperti. Aspettiamo la prima relazione della Capitaneria per capire meglio che cosa sia successo». Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi conferma l’apertura di un fascicolo sul tragico incidente di martedì sera, quando intorno alle nove un motoscafo off-shore di Fabio Buzzi, 76enne imprenditore della motonautica e vero e proprio mito del settore, si è schiantato contro la lunata del Mose alla bocca di porto del Lido, scavalcandola e immergendosi in acqua: nell’impatto – o forse annegati, ma questo lo stabilirà l’autopsia – sono morti lo stesso Buzzi, l’altro imprenditore lecchese Luca Nicolini e il pilota olandese Eric Hoorn, mentre il quarto membro dell’equipaggio, Mario Invernizzi, si è salvato per miracolo, sbalzato fuori dal mezzo. La barca aveva appena stabilito, con 18 ore e 32 minuti, il primato del tragitto Montecarlo-venezia, oltre
” Cherchi
Si trattava di piloti esperti, aspettiamo la prima relazione della Capitaneria per capire meglio che cosa sia successo
Iaconianni Noi siamo esautorati dallo stabilire le regole, sia per quanto riguarda velocità e sicurezza che per la validazione dei record
1200 miglia nautiche a più di 100 chilometri orari di media.
Il primo aspetto su cui stanno lavorando gli uomini della Capitaneria è quello della traiettoria e della velocità della barca. A bordo non c’è una vera e propria scatola nera, ma un sistema di tracking per tenere sotto controllo il ritmorecord. La barca, recuperata ieri mattina con un pontone e messa sotto sequestro, sarà sottoposta a perizia sullo scafo, per ricavare altri elementi su impatto e velocità. Da questi dati si potrà avere conferma di quello che i testimoni hanno detto subito: ovvero che il mezzo, che arrivava a circa 70-75 nodi (cioè quasi 140 chilometri all’ora) aveva una traiettoria sbagliata, forse perché Buzzi, che era alla guida, aveva confuso le luci della lunata e quelle della bocca di porto, immaginando un passaggio che in realtà non c’era: venendo dal mare, la lunata ha infatti la luce verde a sinistra e quella rossa a destra, mentre l’ordine è invertito quando si arriva al canale di ingresso in laguna. E così si sono schiantati contro il lato della lunata, opera creata per proteggere il Mose dai venti di scirocco. La grande diga è stata conclusa nel 2012 ed è da anni in tutte le carte: Buzzi la conosceva bene, avendo già tentato più volte il record.
L’inchiesta dovrà poi rispondere alle domande che
Zappalorto La lunata è segnata su tutte le carte nautiche da anni l’equipaggio doveva sapere che c’era un ostacolo sulla loro traiettoria
Brugnaro
La magistratura ci dirà cosa è successo, ma al momento pare un errore umano. Esprimo il cordoglio della città
Le luci Lunata e bocca di porto, le luci forse sono state confuse
tutti si stanno facendo. In primis sull’illuminazione. «Due luci al centro della lunata non farebbero male», ha detto ieri il campione Giampaolo Montavoci. «In tema di illuminazione ci sono delle regole internazionali», spiegano dalla Capitaneria. C’è poi chi si è chiesto come fosse possibile che le autorità non sapessero del record in corso. In realtà non si tratta di una gara, ma di un tentativo «privato»: serve l’autorizzazione della Federazione del luogo di partenza, in questo caso quella monegasca, e il mezzo deve essere omologato e autorizzato a circolare. «Abbiamo cercato di introdurre regole più strette per tutelare la validità e la sicurezza del record – ha spiegato ieri il presidente della Federazione Motonautica Vincenzo Iaconianni – Ma partendo da Montecarlo, siamo esautorati da qualsiasi competenza». In mare aperto, poi, non ci sono limiti di velocità e spetta al pilota rispettarli quando entra in acque con restrizioni, come forse avrebbe dovuto essere l’arrivo a Venezia. La perizia sul mezzo potrà anche chiarire se ci sono state avarie. Sul tema della sicurezza si sono espressi anche il sindaco Luigi Brugnaro e il prefetto Vittorio Zappalorto. «Non è mai abbastanza», hanno detto all’unisono. «La magistratura dirà cosa è successo, ma pare un errore umano. Esprimo il cordoglio della città», ha aggiunto Brugnaro. «La lunata è segnata su tutte le carte nautiche da anni - ha detto Zappalorto - l’equipaggio doveva sapere che c’era un ostacolo». Cordoglio anche dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e dall’assonautica di Venezia.