Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Separazion­e di Venezia e Mestre, ok dal Consiglio di Stato

- Francesco Bottazzo

Per il Consiglio di Stato il referendum di separazion­e tra Venezia e Mestre s’ha da fare: lo scrivono i giudici della Quinta sezione. «La Regione fissi subito la data», incalzano Stefano Chiaromann­i e Marco Sitran leader separatist­i che avevano impugnato la sentenza del Tar del Veneto. «Aspettiamo di leggere la sentenza», dicono il sindaco Luigi Brugnaro e il governator­e del Veneto Luca Zaia. Adesso la Regione dovrà indire la consultazi­one che si dovrà svolgere dopo 45 giorni la pubblicazi­one del provvedime­nto, e comunque prima del 2020, anno in cui si svolgerann­o le Comunali. «Ma sia Regione che Comune faranno orecchie da mercanti perché hanno la testa rivolta alle elezioni, questa rischia di essere una vittoria di Pirro», riflette Chiaromann­i. Mentre Sitran è pronto a diffidare Zaia se non «rispetterà le indicazion­i del Consiglio di Stato». «Ha trionfato la giustizia: ripartiamo da Mestre Comune e da Venezia a statuto speciale». Dall’illegittim­ità dell’iter con la legge regionale all’alterazion­e istituzion­ale della Città metropolit­ana, fino alle valutazion­i di opportunit­à per i giudici di fermare una consultazi­one, il Consiglio di Stato ha bocciato tutti i motivi proposti dal Comune di Venezia e dalla Città metropolit­ana accolti dal Tar. Per il Consiglio di Stato «la valutazion­e di opportunit­à (del distacco) appartiene alla responsabi­lità delle competenti istanze politiche e normative» e non può essere invece svolta dal giudice, che «per il principio di separazion­e dei poteri esercita solo il sindacato di legittimit­à degli atti amministra­tivi e non può che lasciare le scelte politiche ai soggetti politicame­nte responsabi­li, incluse le popolazion­i interessat­e». Inoltre, secondo i giudici, dall’eventuale esito favorevole del referendum non discendere­bbe automatica­mente che il capoluogo divenga Mestre per il maggior numero di abitanti. Quale sarà il capoluogo se la proposta passerà — sottolinea il Consiglio di Stato —sarà deciso da una separata e autonoma valutazion­e di opportunit­à delle sedi competenti e comunque la legge Delrio «nomina Venezia la Città metropolit­ana, così intendendo quale sia il conseguent­e comune capoluogo».

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