Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Separazione di Venezia e Mestre, ok dal Consiglio di Stato
Per il Consiglio di Stato il referendum di separazione tra Venezia e Mestre s’ha da fare: lo scrivono i giudici della Quinta sezione. «La Regione fissi subito la data», incalzano Stefano Chiaromanni e Marco Sitran leader separatisti che avevano impugnato la sentenza del Tar del Veneto. «Aspettiamo di leggere la sentenza», dicono il sindaco Luigi Brugnaro e il governatore del Veneto Luca Zaia. Adesso la Regione dovrà indire la consultazione che si dovrà svolgere dopo 45 giorni la pubblicazione del provvedimento, e comunque prima del 2020, anno in cui si svolgeranno le Comunali. «Ma sia Regione che Comune faranno orecchie da mercanti perché hanno la testa rivolta alle elezioni, questa rischia di essere una vittoria di Pirro», riflette Chiaromanni. Mentre Sitran è pronto a diffidare Zaia se non «rispetterà le indicazioni del Consiglio di Stato». «Ha trionfato la giustizia: ripartiamo da Mestre Comune e da Venezia a statuto speciale». Dall’illegittimità dell’iter con la legge regionale all’alterazione istituzionale della Città metropolitana, fino alle valutazioni di opportunità per i giudici di fermare una consultazione, il Consiglio di Stato ha bocciato tutti i motivi proposti dal Comune di Venezia e dalla Città metropolitana accolti dal Tar. Per il Consiglio di Stato «la valutazione di opportunità (del distacco) appartiene alla responsabilità delle competenti istanze politiche e normative» e non può essere invece svolta dal giudice, che «per il principio di separazione dei poteri esercita solo il sindacato di legittimità degli atti amministrativi e non può che lasciare le scelte politiche ai soggetti politicamente responsabili, incluse le popolazioni interessate». Inoltre, secondo i giudici, dall’eventuale esito favorevole del referendum non discenderebbe automaticamente che il capoluogo divenga Mestre per il maggior numero di abitanti. Quale sarà il capoluogo se la proposta passerà — sottolinea il Consiglio di Stato —sarà deciso da una separata e autonoma valutazione di opportunità delle sedi competenti e comunque la legge Delrio «nomina Venezia la Città metropolitana, così intendendo quale sia il conseguente comune capoluogo».