Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il primato della città che preoccupa Comune veneto più cementificato
Rapporto Ispra 2018, male capoluogo e provincia. Legambiente: è il risultato degli scempi
I dati, è vero, vanno sempre interpretati. È però indubbio che, sulla base del rapporto diffuso ieri dall’ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul consumo di suolo in Italia, la provincia e la città di Padova risultino percentualmente quelle più «cementificate» del Veneto. Nello specifico, a livello provinciale, le aree dove sono presenti abitazioni, edifici commerciali, insediamenti produttivi, strade e ferrovie occupano il 19% dell’intero territorio, corrispondente a una superficie di quasi 41 mila ettari, pari a circa 437 metri quadri per abitante. La media su scala regionale, per la cronaca, è del 12,4% (la più alta in Italia dopo il 13% della Lombardia). Mentre le altre province del Veneto si attestano rispettivamente al 17,1% (Treviso), 14,8% (Venezia), 13,7% (Verona), 13,3% (Vicenza), 9% (Rovigo) e 3,3% (Belluno). All’ombra del Santo, invece, la quota di suolo consumato raggiunge il 49,5% per un’estensione di oltre 4.600 ettari, equivalenti a circa 218 metri quadri per cittadino.
Numeri, appunto, che fanno di Padova il Comune più «costruito» della regione, peraltro
”
Il docente Tempesta Dato influenzato dalla superficie «stretta» del Comune
” Lorenzoni Paghiamo le scelte del passato. Noi abbiamo azzerato le nuove aree edificabili
seguito a ruota da Noventa (44,1%), uno dei paesi della cintura urbana più in espansione negli ultimi anni. Ma di fronte a questi dati che qualcuno potrebbe definire «allarmanti», il professor Tiziano Tempesta, docente di Estimo Territoriale e Ambientale al Bo nonché membro del comitato scientifico che ha curato il rapporto dell’ispra, invita alla cautela: «Il fatto che il Comune di Padova abbia una percentuale di consumo di suolo così elevata, non mi stupisce più di tanto. Nel senso che - spiega Tempesta stiamo parlando di una città con una dimensione di “appena” 93 chilometri quadrati, abitata però da oltre 210 mila persone. E, quindi, è naturale che la superficie “costruita” sia molto concentrata e parimenti diffusa in tutto il territorio. Mi stupisce invece di più la percentuale riguardante Noventa e, in generale, quella di tutti gli altri paesi della cosiddetta area metropolitana che in quanto a “cementificazione” - conclude il professore - sono ormai diventati dei veri e propri quartieri di Padova».
Ma la prudenza di Tempesta non piace al presidente di Legambiente, Sandro Ginestri: «Il fatto che la nostra città abbia delle dimensioni piuttosto contenute in rapporto al numero dei residenti, non giustifica lo scempio che è stato compiuto negli ultimi decenni, durante i quali sono state costruite decine di migliaia di case che oggi sono vuote e in cui nessuno andrà mai ad abitare. Bisogna invece puntare - ammonisce Ginestri - sulla rigenerazione ecologica di molte zone di Padova, bloccando o almeno rimettendo in discussione i tanti Pua (Piani urbanistici attuativi, ndr) che sono stati presentati in Comune ma che, fortunatamente, non sono ancora stati approvati né tantomeno convenzionati». Parole condivise così dal vicesindaco con delega all’urbanistica, Arturo Lorenzoni: «I dati dell’ispra mostrano indubbiamente una situazione critica per Padova, figlia delle passate politiche urbanistiche e di interventi edilizi autorizzati dalle giunte che ci hanno preceduto. Noi invece - ricorda il vicesindaco - abbiamo azzerato la perimetrazione di nuove aree edificabili già dall’inizio dell’anno scorso. Purtroppo, però, per “smaltire” quanto già accordato ed evitare nuove inutili edificazioni, servono tempo e coraggio. In questo senso, per quanto la legge ci consente di fare, stiamo trattando per rivedere alcuni Pua, in certi casi riducendo le volumetrie e in certi altri con la permuta di immobili da ristrutturare. Sarà un percorso lungo e faticoso - chiude Lorenzoni - Ma sono certo che ce la faremo».