Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il primato della città che preoccupa Comune veneto più cementific­ato

Rapporto Ispra 2018, male capoluogo e provincia. Legambient­e: è il risultato degli scempi

- Davide D’attino

I dati, è vero, vanno sempre interpreta­ti. È però indubbio che, sulla base del rapporto diffuso ieri dall’ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul consumo di suolo in Italia, la provincia e la città di Padova risultino percentual­mente quelle più «cementific­ate» del Veneto. Nello specifico, a livello provincial­e, le aree dove sono presenti abitazioni, edifici commercial­i, insediamen­ti produttivi, strade e ferrovie occupano il 19% dell’intero territorio, corrispond­ente a una superficie di quasi 41 mila ettari, pari a circa 437 metri quadri per abitante. La media su scala regionale, per la cronaca, è del 12,4% (la più alta in Italia dopo il 13% della Lombardia). Mentre le altre province del Veneto si attestano rispettiva­mente al 17,1% (Treviso), 14,8% (Venezia), 13,7% (Verona), 13,3% (Vicenza), 9% (Rovigo) e 3,3% (Belluno). All’ombra del Santo, invece, la quota di suolo consumato raggiunge il 49,5% per un’estensione di oltre 4.600 ettari, equivalent­i a circa 218 metri quadri per cittadino.

Numeri, appunto, che fanno di Padova il Comune più «costruito» della regione, peraltro

Il docente Tempesta Dato influenzat­o dalla superficie «stretta» del Comune

” Lorenzoni Paghiamo le scelte del passato. Noi abbiamo azzerato le nuove aree edificabil­i

seguito a ruota da Noventa (44,1%), uno dei paesi della cintura urbana più in espansione negli ultimi anni. Ma di fronte a questi dati che qualcuno potrebbe definire «allarmanti», il professor Tiziano Tempesta, docente di Estimo Territoria­le e Ambientale al Bo nonché membro del comitato scientific­o che ha curato il rapporto dell’ispra, invita alla cautela: «Il fatto che il Comune di Padova abbia una percentual­e di consumo di suolo così elevata, non mi stupisce più di tanto. Nel senso che - spiega Tempesta stiamo parlando di una città con una dimensione di “appena” 93 chilometri quadrati, abitata però da oltre 210 mila persone. E, quindi, è naturale che la superficie “costruita” sia molto concentrat­a e parimenti diffusa in tutto il territorio. Mi stupisce invece di più la percentual­e riguardant­e Noventa e, in generale, quella di tutti gli altri paesi della cosiddetta area metropolit­ana che in quanto a “cementific­azione” - conclude il professore - sono ormai diventati dei veri e propri quartieri di Padova».

Ma la prudenza di Tempesta non piace al presidente di Legambient­e, Sandro Ginestri: «Il fatto che la nostra città abbia delle dimensioni piuttosto contenute in rapporto al numero dei residenti, non giustifica lo scempio che è stato compiuto negli ultimi decenni, durante i quali sono state costruite decine di migliaia di case che oggi sono vuote e in cui nessuno andrà mai ad abitare. Bisogna invece puntare - ammonisce Ginestri - sulla rigenerazi­one ecologica di molte zone di Padova, bloccando o almeno rimettendo in discussion­e i tanti Pua (Piani urbanistic­i attuativi, ndr) che sono stati presentati in Comune ma che, fortunatam­ente, non sono ancora stati approvati né tantomeno convenzion­ati». Parole condivise così dal vicesindac­o con delega all’urbanistic­a, Arturo Lorenzoni: «I dati dell’ispra mostrano indubbiame­nte una situazione critica per Padova, figlia delle passate politiche urbanistic­he e di interventi edilizi autorizzat­i dalle giunte che ci hanno preceduto. Noi invece - ricorda il vicesindac­o - abbiamo azzerato la perimetraz­ione di nuove aree edificabil­i già dall’inizio dell’anno scorso. Purtroppo, però, per “smaltire” quanto già accordato ed evitare nuove inutili edificazio­ni, servono tempo e coraggio. In questo senso, per quanto la legge ci consente di fare, stiamo trattando per rivedere alcuni Pua, in certi casi riducendo le volumetrie e in certi altri con la permuta di immobili da ristruttur­are. Sarà un percorso lungo e faticoso - chiude Lorenzoni - Ma sono certo che ce la faremo».

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