Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Spaccio di hashish e cocaina per la «movida» in città Subito un condannato, in otto rinviati a giudizio

- Antonio Andreotti

Tra il 2016 ed il 2018 in centro a Rovigo, soprattutt­o nei locali della cosiddetta «movida», hanno spacciato oltre 400 dosi di cocaina con prezzi oscillanti dai 50 ai 100 euro a dose e una trentina di porzioni di hashish. Scoperti dalla Squadra Mobile, ieri nove imputati — otto stranieri residenti in città e un rodigino — sono arrivati al vaglio dell’udienza preliminar­e.

L’unico ad aver definito la sua posizione, con una condanna in abbreviato a quattro anni e 1 mese, è stato l’albanese 28enne residente a Rovigo Andi Cafaj, che doveva rispondere di una quarantina di cessioni di cocaina avvenute tra il 2016 e lo scorso anno.

Rinviati a giudizio invece: Fitim Kadriu, albanese 35enne; Kasem Kadriu, albanese 33enne; Elis Mataj, albanese 30enne; Alban Tema, albanese 28enne; Entoni Zerdelija, albanese 23enne; Mohamed Mahouachi, tunisino 23enne; Pierluigi Barion, rodigino 58enne. Il processo inizia il 9 dicembre. Gli avvocati difensori sono Lorenzo Toso, Federico Cogo, Federica Doni, Elena Perini, Pietro Sartori.

Il giro di cocaina e hashish venne sradicato a inizio dicembre 2018 dai poliziotti della Mobile, che compirono delle perquisizi­oni domiciliar­i. In quella occasione venne arrestato in flagranza di reato l’albanese Zerdelija, «pizzicato» con circa tre etti di hashish già divisi in dosi.

Inoltre confermati gli arresti in carcere per detenzione ai fini di spaccio di droga a carico dei tre cinesi Xiongjie Xia, 47enne con qualche precedente penale; Bao Chen, 40enne; Bing Wang, 44enne.

I tre orientali sono stati arrestati sabato scorso dai carabinier­i della Compagnia di Castelmass­a a Occhiobell­o dentro un’ex lavanderia adibita a piantagion­e di marijuana. Il blitz dei militari dell’arma in via Piacentina nella frazione di Santa Maria Maddalena, scattato all’alba di sabato scorso, ha portato alla scoperta di ben 1.100 piante di marijuana e 6 chili della sostanza stupefacen­te già essiccata e pronta ad essere spacciata.

I tre cinesi, tutti irregolari, avevano adattato l’ex lavanderia a «industria» della droga.

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