Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Diritti di pesca, Consorzio pronto ad andare al Tar
L’avvocato Berti: «Per anni dati in convenzione, forse era illegale»
Continua la guerra tra il Consorzio dei pescatori di Scardovari e la Provincia per la concessione dei diritti esclusivi di pesca. Il legale del Consorzio, l’avvocato Giampietro Berti annuncia: «Se la Provincia prenderà una decisione sfavorevole e contraria ai 15 anni di diritti esclusivi di pesca impugneremo gli atti e faremo ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale».
Insomma alla fine potrebbe essere che anziché Palazzo Celio, titolare da anni dei diritti in questione, sarà un giudice a stabilire chi potrà coltivare i molluschi nelle acque lagunari del Basso Polesine.
«Se va avanti così non riusciremo a trovare una soluzione virtuosa e dovrà farlo un giudice — spiega l’avvocato Berti — Salvo la politica che conta non intervenga e ponga dall’alto una soluzione definitiva per il bene del territorio».
Il Consorzio, con le sue 14 cooperative ittiche e 1.500 lavoratori farà ricorso se si voterà no alla delibera a favore dei 15 anni di proroga dei diritti in un consiglio provinciale da convocarsi entro fine mese. A Palazzo Celio i vertici politici e amministrativi spaccati: cinque consiglieri capitanati da Roberto Pizzoli, sono pronti a votare i 15 anni richiesti dai pescatori, il presidente Ivan Dall’ara propone una proroga di due anni, il direttore generale Maria Votta Gravina nessuna concessione, ma un bando pubblico per assegnare i diritti.
Una scelta della dirigente scattata dopo la diffida inviata dall’agenzia immobiliare «Delta Po» di Porto Tolle tramite l’avvocato ferrarese Roberto Anselmi. Contro il Consorzio di Scardovari l’agenzia rivendica la proprietà di 33 ettari nella laguna di Barbamarco. Al contenzioso tra l’immobiliare e l’ente guidato da Luigino Marchesini, la giustizia — con sentenza di primo grado — ha dato ragione ai pescatori: l’area è demaniale e quindi possono proseguire con la pesca. L’avvocato Anselmi per conto della sua cliente ha annunciato però ricorso in Cassazione.
«Se si andasse alla Suprema Corte siamo pronti in a resistere — afferma Berti — Contrariamente a quanto afferma Anselmi i documenti in possesso dell’agenzia e redatti a suo tempo dal notaio di Adria, Lidio Schiavi, parlano dell’acquisto di un area interamente coperta dall’acqua, di una laguna a diretto contatto col mare. Pacifico sia demaniale».
Altra cosa, dal rivendicare la proprietà di un’area, sono i diritti esclusivi di pesca «diversi da qualsiasi altro tipo di concessione, dove non si parla di acqua ma di ciò che è contenuto in essa» chiosa l’avvocato Berti che, dal 1994, si occupa delle questioni legali ittiche del Delta del Po.
«Anche nell’ultimo incontro in Provincia la dirigente Votta Gravina — spiega ancora Berti — ha parlato di cessazione della rappresentatività del Consorzio e ha stabilito che per tale motivo si debba andare a bando. Ma cosa significa cessazione della rappresentatività? Non ce lo ha ancora spiegato».
Il legale del Consorzio conclude con una provocazione. «Se il bando pubblico per la dirigente è l’unico atto giudiziario percorribile per assegnare i diritti esclusivi di pesca — ipotetizza — la stessa Provincia negli anni passati ha agito nell’illegalità, assegnandoli mediante convenzione?».