Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Interporto, aria di business con la Cina
Asse con Guangzhou. E il sindaco Giordani spinge sull’ipotesi ferrovia con Venezia
Nel 2018, il porto di Guangzhou ha movimentato da solo qualcosa come 21 milioni di container. Si capisce bene, dunque, il motivo della grande accoglienza riservata ieri alla delegazione cinese che ha visitato l’interporto di Padova: ad accompagnare i manager c’erano non solo Sergio Gelain e Roberto Tosetto, presidente e dg di Interporto, ma anche il sindaco Sergio Giordani che nell’occasione ha rilanciato: vogliamo essere il retroporto di Venezia.
Nel 2018, il porto di Guangzhou ha movimentato da solo qualcosa come 21 milioni di container, il doppio di quelli transitati in tutti i porti italiani messi insieme. Si capisce bene, dunque, il motivo della grande accoglienza riservata ieri alla delegazione di Guangzhou che ha visitato l’interporto in zona industriale: ad accompagnare i manager del porto cinese nel tour della piattaforma logistica padovana c’erano non solo Sergio Gelain e Roberto Tosetto, presidente e direttore generale di Interporto, ma anche il sindaco Sergio Giordani, ex presidente della società pubblica partecipata da Comune, Provincia e Camera di Commercio che nel 2019 ha visto crescere il traffico intermodale del 6%.
L’incontro ha posto le basi per potenziare la Via della Seta sull’asse Guangzhou-padova, e da qui verso il porto di Genova: «L’accordo con la delegazione cinese - spiega Tosetto - consentirà di velocizzare i trasporti e porterà un incremento del traffico, dato non tanto da una crescita economica quanto da un maggior indice di valutazione della nostra struttura. Il corridoio intermodale è come un fiume e le merci non viaggiano solo verso la Cina: le componentistiche arrivano da tutte le parti del mondo, vengono elaborate qui e poi ripartono per destinazioni diverse, quindi dobbiamo avere la capacità di accogliere qualsiasi tipo di merce, trasformarlo e poi redistribuirlo. Il porto di Guangzhou userà l’interporto per essere collegato col Nordest e con altri porti, è un’ulteriore connessione per ampliare la nostra rete».
Per Giordani «questo evento significa portare lavoro a Padova. Penso che gli ospiti cinesi siano rimasti impressionati dalla tecnologia dell’interporto». E in effetti la delegazione ha confermato l’impressione positiva, dichiarandosi favorevole a consolidare la collaborazione. Nei pensieri di Giordani però non c’è solo il porto di Guangzhou. Questa settimana infatti Pino Musolino, presidente dell’autorità portuale di Venezia, ha rilanciato la proposta di realizzare un collegamento ferroviario diretto tra lo scalo merci lagunare e l’interporto padovano, non senza sottolineare che questa novità comporterebbe una riduzione del traffico coi porti del Tirreno e che per realizzarla la Regione dovrebbe mettere mano al portafogli. In attesa di sviluppi, il progetto riceve la benedizione di Giordani: «Siamo diventati il retroporto di Genova e ci piacerebbe diventare quello di Venezia, spero presto che venga fatto anche questo. Se chiudessimo l’interporto, la città sarebbe assediata dai tir: sarebbe bello usare più ferro e meno gomma, si tratta di fare un salto di qualità sperando che il governo abbia questa sensibilità». La trattativa è già iniziata: «Questa apertura ci vede non solo favorevoli, ma anche convinti che è la strada giusta da seguire - conferma Tosetto -. Il collegamento Padova-venezia attualmente viene fatto via camion, implementare le strutture ferroviarie sarebbe un’opportunità sia per noi che per loro. È chiaro che c’è da lavorare molto: il progetto è solo abbozzato e le risorse si trovano valutando la sua sostenibilità, per ora la condivisione è a livello embrionale».